Napoli, il caso Galleria Vittoria: tufo fratturato, i lavori saranno difficili

Napoli, il caso Galleria Vittoria: tufo fratturato, i lavori saranno difficili
Venerdì le parole confortanti dello speleologo Mauro Palumbo sullo stato delle grotte che sovrastano la Galleria Vittoria ci avevano tranquillizzato. Sembrava che, agli...

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Venerdì le parole confortanti dello speleologo Mauro Palumbo sullo stato delle grotte che sovrastano la Galleria Vittoria ci avevano tranquillizzato. Sembrava che, agli occhi dell'esperto, non si fossero mostrati, negli ultimi anni, gravi problemi alla massa di tufo nella quale è infilato il tunnel della Vittoria. Ieri, invece, la doccia gelata è giunta dalla lettura dalle parole dell'assessore Clemente, verbalizzate qualche giorno fa dinanzi alla commissione infrastrutture del Consiglio Comunale: «Ci sono lunghe e copiose infiltrazioni nella galleria, che è realizzata sotto tufi fratturati. La mancanza di drenaggio nei rivestimenti ha provocato danni che hanno generato gli ammaloramenti dei pannelli». Insomma, se le parole dell'assessore, delle quali non dubitiamo minimamente, sono una raffigurazione della realtà, abbiamo scoperto che il tufo nel quale corre il tunnel della Vittoria è fratturato e non c'è bisogno di un esperto per capire che una frattura nel tufo che sovrasta una galleria non rappresenta affatto un buon segnale.

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LA RELAZIONE
Ogni dettaglio sarà esplicitato nella relazione che verrà consegnata a Palazzo San Giacomo e poi finirà al vaglio della Procura della Repubblica che, sulla scorta dei rilievi effettuati in questi lunghissimi 56 giorni di chiusura del tunnel, deciderà se esistono responsabilità sui crolli e deciderà sul dissequestro per l'esecuzione dei lavori che appaiono urgenti e decisamente lunghi.
Una prima ipotesi che abbiamo raccolto ieri prevedeva, addirittura, sei mesi di interventi anche se il Comune sta valutando la possibilità di costruire una gabbia di tubi innocenti per recuperare una corsia su entrambi i sensi di marcia e consentire comunque il transito delle auto anche durante gli interventi di consolidamento. Ma tutto dipenderà dall'entità dei danni rilevati: se i problemi riguardano solo i pannelli, probabilmente si potrà creare il percorso protetto, se invece ci sono altri tipi di guai strutturali, allora tutto diventerà complesso e difficile.

I PROGETTI PERDUTI
I tempi dei controlli sulla struttura si sono poderosamente allungati perché, sempre per ammissione dell'assessore Clemente: «Dei progetti sull'installazione dei pannelli di copertura della volta non esiste un progetto che ci dà un idea di come è stata costruita all'epoca la galleria», si tratta di interventi degli anni 60 dei quali un'Amministrazione dovrebbe avere contezza ma che, invece, sono perduti. Per procedere alle verifiche si è dovuto, dunque, andare avanti con test a base di termocamere o addirittura è stato necessario spaccare i pannelli per scoprire come erano stati agganciati alla galleria.


Sulla questione interviene duramente Nino Simeone, presidente della commissione Infrastrutture, Lavori pubblici e Mobilità del Consiglio Comunale di Napoli: «A me sembra assurdo che non si riescano a trovare i progetti di un'infrastruttura così importante per la città - dice di primo acchito - per cui adesso mi chiedo se è così solo per la Galleria Vittoria oppure il vuoto di documentazione riguarda anche tutte le altre strutture di Napoli. Penso agli altri tunnel napoletani che pure spesso hanno bisogno di interventi ma penso anche ai ponti, ad esempio. Nelle prossime ore chiederò ufficialmente conto all'Amministrazione sulla gestione di questi documenti così importanti. Mi basta, però, sapere che non sono stati in grado di trovare i progetti della Galleria Vittoria per sostenere che si tratta di un gruppo amministrativo allo sbando».


La questione si allarga anche alla gestione della mobilità in città, legata alla chiusura della Galleria Vittoria: «In questi mesi l'impatto sul traffico non è stato devastante perché le scuole sono rimaste chiuse. Questa è stata l'unica salvezza per il Comune. Però mi chiedo se a metà novembre gli istituti scolastici riapriranno, così come è annunciato per ora, cosa accadrà al traffico napoletano? E mi chiedo ancora: come avrebbero affrontato la questione se il periodo natalizio fosse stato regolare e non limitato dal dramma Covid che stiamo vivendo? Non so cosa pensare, non hanno cercato soluzioni e sono andati avanti con una lentezza esasperante. Sono allibito». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino