Un'auto distrutta, minacce trasversali contro un intero nucleo familiare. Episodi sinistri a Forcella, presa di mira la famiglia di Gennaro De Tommaso, l'ormai famigerato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Immagini abbastanza chiare, due giovani vestiti con giubbotti aderenti, capelli rasati alle tempie, mani in tasca, solito sguardo da duri: immagini destinate a finire in una denuncia che la famiglia De Tommaso ha intenzione di spedire al commissariato di zona.
Un episodio raccontato al Mattino da Filomena De Tommaso, sorella di Gennaro, che in questi mesi ha preso le distanze dalla scelta di collaborazione con la giustizia ufficializzata dall'ex narcos con il pallino per il tifo organizzato. Droga e appartenenza alle frange più estreme del tifo azzurro, una vita messa sotto i riflettori grazie alle indagini del pool anticamorra, fino alla scelta di collaborare con la giustizia.
A metà giugno è previsto il debutto di Gennaro De Tommaso in un'aula di giustizia, nel corso di un processo a carico di presunti narcos di Forcella, mentre è prossimo a scadere il tempo assegnato a chi decide di collaborare con le istituzioni per raccontare quanto in proprio possesso agli inquirenti.
Probabile che scadenze di questo tipo abbiano alimentato sentimenti di rivalsa, progetti di vendetta da parte di chi in questi anni ha avuto rapporti «commerciali» con l'ormai ex trafficante di droga in giro per l'Europa.
Condannato a 18 anni di carcere, al termine delle indagini condotte dal pm Francesco De Falco, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, De Tommaso ha deciso mesi fa di collaborare con la giustizia. Una svolta che ora più che mai viene respinta dalla sua famiglia, dal momento che i più stretti parenti di De Tommaso hanno deciso di rinunciare al piano di protezione previsto dallo Stato e di rimanere a Forcella.
Mesi dopo la decisione di pentirsi, arrivano così strani segnali dal territorio, con il raid di sabato scorso. Sprangate contro l'auto della sorella di Genny, la rabbia della famiglia, con un nuovo faro investigativo da parte della Procura. Parla Filomena De Tommaso: «Noi ci dissociamo da quello che sta dicendo mio fratello, non c'entriamo con la sua scelta di collaborare con la giustizia». Cinque anni fa, la sagoma di De Tommaso fece il giro dei notiziari, quando assicurò il suo imprimatur alla finale di coppa Italia Napoli-Fiorentina, dopo gli scontri culminati nella morte del giovane Ciro Esposito. Altri tempi, quando a cavalcioni sulla ringhiera, maglietta per «Speziale libero», braccia aperte, rassicurava i suoi sul fischio d'inizio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino