Erano tutti giovanissimi, là fuori, all'esterno di una delle chiese più antiche di Napoli. Stavano lì, tra le quattro e le cinque del mattino, per un solo motivo: imporre...
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Ieri mattina, era lì all'esterno della chiesa, assieme a un gruppetto di una decina di persone. I killer hanno agito contro il suo gruppo, sapendo di puntare ai nemici di una guerra che si sta consumando da mesi. Non è chiaro se volessero ammazzare il 17enne, ma tanti scrupoli nessuno se li sono fatti. Non è chiaro se quelli vicini a Cesarano sono rimasti inermi o se hanno replicato al fuoco (dal momento che sono stati trovati proiettili carico 9per21 e di una magnum 357), di sicuro l'agguato era stato organizzato da tempo. Bisognava entrare in azione il primo sabato di settembre, quando dopo una certa ora in piazza della Sanità arrivano ad acquistare hashish da altre zone della città. Perché colpire quel gruppo? Per segnare con un omicidio la propria leadership nella gestione dei traffici criminali, droga e estorsioni in primis. Uno scenario fin troppo chiaro, quasi doverosa la pista da battere: nel cuore della città, qui tra i vicoli del centro storico, va di scena da mesi una faida per la conquista delle piazze di spaccio.
Sono piazze cittadine, di prossimità, che si organizzano spesso in modo estemporaneo, attorno a una panchina o a un marciapiede.
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Il Mattino