Napoli. Boom Girolamini, Giancaspro: «Dopo i Lanzichenecchi il luogo torni a vivere»

Napoli. Boom Girolamini, Giancaspro: «Dopo i Lanzichenecchi il luogo torni a vivere»
«Un successo superiore ad ogni nostra aspettativa. Una giornata importante perché dimostra che il napoletano, se stimolato, ha voglia di scoprire, conoscere, emozionarsi,...

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«Un successo superiore ad ogni nostra aspettativa. Una giornata importante perché dimostra che il napoletano, se stimolato, ha voglia di scoprire, conoscere, emozionarsi, soprattutto di riappropriarsi del patrimonio negato». Mauro Giancaspro, una vita da bibliotecario, dei Girolamini è stato direttore subito dopo il sequestro ed è tuttora custode giudiziario.




Napoli ha ritrovato i Girolamini?

«Fino ai primi del Novecento la biblioteca è stato un luogo aperto agli studiosi e alla città, che durante il dopoguerra ha accolto i libri di Benedetto Croce. Poi si è chiusa e per i napoletani è diventato un luogo segreto, perduto. Riscoperto grazie allo scandalo: quando è scoppiato il caso De Caro tutti i napoletani hanno seguito la vicenda. La partecipazione di oggi, questa visita all’amica risanata, è stata un grande momento di coinvolgmento civile».



Gli scaffali vuoti nella sala Vico hanno suscitato l’indignazione dei visitatori, è l’ambiente più danneggiato?

«No, ma a causa della sua eccezionale bellezza è quello dove le ferite appaiono più dolorose. Il saccheggio ha riguardato tutte le sale e la maggiore devastazione è stato lo spostamento delle collezioni da una parte all’altra. Sembravano passati i Lanzichenecchi».







Quanto lavoro c’è ancora da fare?

«Parecchio. Bisogna fare un inventario sistematico e poi ricomporre la fisionomia delle sale. Ecco, forse questo è il lavoro più grande».



Quanto tempo ci vorrà prima che la biblioteca venga restituita alla città?

«Io mi auguro al più presto perché penso che ogni biblioteca debba essere un luogo di aggregazione umana intorno alla cultura. Ma in questo momento è difficile immaginare il futuro dei Girolamini fino a quando la biblioteca non verrà dissequestrata dalla magistratura. Intanto, però, possiamo cominciare ad immaginare occasioni per altre aperture straordinarie».



Lei ha appena fondato l’Associazione amici della Biblioteca dei Girolamini: con quali obiettivi?

«Sostenere la biblioteca moralmente e ”umoralmente” e convogliare il sostegno di quelli che oggi si chiamano sponsor».



Ci sono già rapporti con qualcuno?


«Diciamo che ci sono un paio di mecenati con cui c’è un corteggiamento in atto. Speriamo abbia un fine». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino