Sono in duecento e sono partiti da Piazza San Giacomo per dirigersi davanti alla sede della Regione Campania a Santa Lucia. I lavoratori della Whirpool non ci stanno e questa...
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Chiedono un incontro con il presidente Vincenzo De Luca per cercare una soluzione allo stop delle attività, imposto dalla multinazionale per il prossimo 1 novembre. Per cercare di opporsi a questa scelta “scellerata ed irresponsabile”, come è stata definita in un comunicato redatto dalle sigle sindacali.
«Pressing sul governo affinché si riaccenda il dialogo. Supporto e collaborazione con la regione perché Whirpool non può decidere da sola il destino dei lavoratori» è quanto emerso dall’incontro dei lavoratori con l’assessore alle attività produttive Antonio Marchiello. Un confronto intenso, durante il quale è stata ribadita la necessità di intraprendere al più presto azioni risolutive.
«Bisogna fare presto - afferma il segretario generale della Uil Campania Giovanni Sgambati - perché non c’è più tempo da perdere. Non ci basta solo il sostegno delle istituzioni. Vogliamo azioni concrete. Intanto abbiamo già deciso di contrarci con le altre sigle sindacali - lunedì prossimo - per promuovere uno sciopero entro fine mese. Non possiamo e non vogliamo accettare questa situazione».
Nei prossimi giorni sarà convocato un consiglio regionale straordinario monotematico sulla vertenza Whirlpool. «Abbiamo illustrato all'assessore alle attività produttive, Antonio Marchiello lo stato della vertenza - spiega il segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa - e i motivi per i quali riteniamo inaccettabile la chiusura del sito partenopeo.
«Siamo stati traditi - dichiarano - e non abbiamo altra scelta. Dobbiamo mettere in campo tutto il nostro impegno per salvare il lavoro e la dignità. Siamo 420 dipendenti, più quelli dell’indotto, a rischiare grosso e non possiamo permetterlo. Oggi chiediamo un confronto in regione per capire quali misure possono essere ancora adottate, per trovare una soluzione rapida e definitiva. Intanto le nostre proteste non si fermeranno. Se non c’è lavoro non c’è futuro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino