Napoli, immigrato con il collo rotto muore dopo un mese in ospedale: giallo sull'incidente

Napoli, immigrato con il collo rotto muore dopo un mese in ospedale: giallo sull'incidente
 Non ce l’ha fatta Malamin Drame, il ventenne di origine gambiana, che da un mese lottava tra la vita e la morte. Lo scorso 14 febbraio, amici e parenti avevano...

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 Non ce l’ha fatta Malamin Drame, il ventenne di origine gambiana, che da un mese lottava tra la vita e la morte. Lo scorso 14 febbraio, amici e parenti avevano lanciato un appello disperato alle associazioni del territorio perché non aveva fatto più ritorno a casa. Il ragazzo viveva in zona piazza Garibaldi. L’associazione di volontariato La Mescolanza con un post, molto condiviso, chiedeva alla rete un aiuto per ritrovarlo. E l’appello arriva ai medici che lo hanno soccorso e a quelli dell’ospedale San Giovanni Bosco, dove il giovane era ricoverato in condizioni disperate in sala rianimazione.

I volontari della Mescolanza riferiscono: «I medici ci hanno spiegato che il giovane presentava il collo spezzato, una frattura della seconda vertebra cerebrale e che gli hanno dovuto inserire un pace maker perché il danno midollare era alto e rischiava l’arresto cardiaco». Ancora oggi non si conosce cosa sia accaduto a Lamin, ma aggiungono i volontari che sulla base di quanto ricostruito dai medici, sia stato picchiato in modo violento e buttato giù dalle scale di un palazzo, ipotizzando l’altezza di due piani. «Il dottore ha preso molto a cuore la situazione, vivendo con empatia il momento operatorio e post-operatorio, insieme ai medici della sua equipe. Si tratta di una vicenda che ha scosso emotivamente tutti», aggiunge La Mescolanza, e nei giorni del ricovero si è innescata una rete di solidarietà per mettere a disposizione quanto servisse per la degenza. Ieri mattina arriva la notizia del decesso, commentano gli operatori della Mescolanza: Ricordiamo che il giovane è stato vittima di un incidente di cui ancora ignote sono le dinamiche. Noi ci auguriamo che la sua salma sia al più presto restituita ai suoi cari e che soprattutto sia fatta chiarezza sui fatti’. La comunità gambiana, e l’associazione Gambiana Italiana si stringe al dolore dei familiari. L’USB Immigrati: «E’ morto non per il covid, era vittima di una aggressione»’. Intanto questa mattina, i ragazzi della comunità gambiana hanno iniziato una raccolta fondi per supportare le spese del trasporto della salma in Gambia. 

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Il Mattino