Incendi, la pista della marijuana

Incendi, la pista della marijuana
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Mani diverse, scopi differenti, stesso disegno criminale. Ogni incendio doloso ha una sua matrice, con mandanti ed esecutori che hanno un'unica intenzione: devastare. E in qualche caso, fare cassa. Dal Vesuvio ai Lattari, dal Faito al cuore della Penisola Sorrentina. Cambiano anche le tecniche, forse lo «stile» del rogo, ma soprattutto il fine. In poche ore, l'incendio del Faito ha trovato il suo presunto responsabile, che dovrebbe essere anche l'unico, visti gli elementi finora raccolti dagli investigatori. Un pensionato della frazione Moiano di Vico Equense, che ha agito da solo ed ha anche confessato.


«Non si può etichettarlo come un pazzo spiega il procuratore Sandro Pennasilico, capo della Procura di Torre Annunziata perché in questa maniera si sminuisce la realtà dei fatti. Chi appicca gli incendi è un criminale». E commette un reato, oltre a causare un danno ambientale che potrebbe avere ripercussioni serie anche dal punto di vista idrogeologico oltre che sull'ecosistema e sull'economia della zona. Anche in questo caso, però, sembra essere di fronte ad un caso isolato, senza una strategia ben precisa, con il solo intento di far danni.

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