Ennesima aggressione tra le mura ospedaliere napoletane, dove un'infermiera è stata minacciata, insultata e aggredita fisicamente mentre prestava servizio al Vecchio...
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In un primo momento,la figlia della paziente che si era recata al presidio della Pignasecca per un dolore al petto ha cominciato a minacciare e insultare verbalmente il personale ospedaliero, in particolare l'infermiera. Poi, in una manciata di minuti, la tensione è salita sempre più nonostante gli inviti della sanitaria che aveva spiegato ai familiari della paziente la priorità degli interventi in base all'assegnazione dei codici e quindi la necessità di attendere ancora.
Dopo l'ennesima scarica di insulti, la figlia della paziente ha colpito l'infermiera e l'ha trascinata per i capelli all'interno del pronto soccorso, strattonandola brutalmente. L'aggressione è durata alcuni istanti dopo i quali l'infermiera è rimasta tramortita per terra ed è stata assistita dai colleghi che erano di turno insieme a lei. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che stanno adesso raccogliendo tutte le testimonianze sull'accaduto identificando i soggetti coinvolti.
La sanitaria ha ricevuto una prognosi di 15 giorni per vari politraumi e il trauma contusivo al cuoio capelluto, oltre a un forte stato d'anisa reattivo ma ciò che hanno fatto notare i sanitari del Vecchio Pellegrini è che «in seguito all'aggressione, il pronto soccorso rimarrà sguarnito di un'unità infermieristica». Ciò su cui puntano il dito medici e infermieri del presidio della Pignasecca infatti è che «il pronto soccorso stava funzionando in sotto organico con quattro unità infermieristiche invece di sei a causa delle ferie e dell'insufficiente dotazione di risorse umane - dicono i camici bianchi - ora il turno è ulteriormente ridotto e questo complica l'assistenza e rende anche più frequenti le aggressioni perché lavoriamo con mezzi e risorse esigue». «È la seconda aggressione contro un'infermiera in due giorni - insistono i sanitari riferendosi all'episodio di ieri a Villa Betania - chiediamo aiuto a tutte le istituzioni perché siamo al collasso». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino