Carcere di Poggioreale, padiglione Salerno in rivolta: letti divelti e usati come armi, scope e piedi di tavolini trasformati in corpi contundenti, sale allagate, guardie...
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Una situazione difficilissima, dunque: i detenuti hanno chiesto un confronto con il provveditore Giuseppe Martone - sul posto con il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e il magistrato di turno Walter Brunetti in stretto contatto con il procuratore Giovanni Melillo. Tutti hanno ascoltato i detenuti e ne hanno visitato le celle. In pochissimo tempo sono arrivati anche il commissario coordinatore della polizia penitenziaria, Gaetano Diglio, il vice direttore dell'istituto di pena Stefano Martone e il garante per i detenuti, Samuele Ciambriello. Finalmente nel tardo pomeriggio la protesta è rientrata, il detenuto ammalato è stato portato in ambulanza in ospedale per accertamenti e gli altri si sono impegnati a tentare di riparare i danni, a partire dall'allagamento che avevano provocato. E domani dovrebbe arrivare a Poggioreale il capo del Dap Francesco Basentini. «È urgente impegnare i 12 milioni già stanziati per ristrutturare i tanti padiglioni antichi e fatiscenti del carcere, Livorno, Napoli, Milano, Salerno, dove le celle sono piene di muffa e di umidità ha sostenuto Ciambriello al termine della visita - Bisogna dire basta ai rinvii e commissariare il provveditorato alle opere pubbliche». In campo sono scesi subito i sindacati della polizia penitenziaria. «Basta col regime aperto in un carcere con quasi 2500 detenuti, dove ogni giorno l'incolumità dei colleghi è messa seriamente a rischio. Basta con questo immobilismo protesta il segretario regionale dell'Uspp, Ciro Auricchio - c'è bisogno di misure urgenti per decongestionare il sovraffollamento, inoltre è necessario implementare la pianta organica dell'istituto dove si registrano carenze di oltre 200 agenti». «La situazione è molto grave - dice Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe - Mi sembra evidente che c'è la necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell'Amministrazione della giustizia minorile, che assicurino l'ordine e la sicurezza in carcere a Poggioreale tutelando gli agenti di polizia penitenziaria che vi prestano servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal Sappe sui costanti e continui focolai di tensione del carcere napoletano».
E Gennarino De Fazio, per la Uilpa polizia penitenziaria nazionale interviene dicendo: «Solo pochi giorni fa, nel corso del confronto in atto fra amministrazione penitenziaria e organizzazioni sindacali sul dilagare dei disordini, dei tumulti e delle aggressioni alle donne e agli uomini della polizia penitenziaria, l'abbiamo detto al capo del Dap Basentini: la fase di studio, analisi e proposte deve essere serrata e rapida e, parallelamente, è indispensabile introdurre misure che elevino gli standard di sicurezza e correggano le falle nei sistemi di custodia, altrimenti si rischia di arrivare troppo tardi esattamente come nel detto popolare: mentre il medico si istruisce, il malato muore». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino