Napoli. La madre di Gabriela, morta durante un aborto: «Era sanissima, l'hanno uccisa»

«Hanno ucciso mia figlia, hanno distrutto la mia famiglia e tutto quello che avevamo fatto per costruirla. Non voglio vendetta ma voglio giustizia». Lo ha detto Emilia...

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«Hanno ucciso mia figlia, hanno distrutto la mia famiglia e tutto quello che avevamo fatto per costruirla. Non voglio vendetta ma voglio giustizia». Lo ha detto Emilia Cipolletta, madre della diciannovenne Gabriela, morta ieri a Napoli dopo un aborto. «Mia figlia era sanissima - ha spiegato - lo scorso anno è stata operata di appendicite e non ha avuto nessun problema». La donna ha parlato oggi nello studio del suo legale a Napoli, ricostruendo le ore precedenti alla morte della ragazza: «Le ho dato un bacio - ha raccontato - era tranquilla, aveva appena visto un'altra ragazza uscire dallo stesso intervento e stava bene». Gabriela Cipolletta, che aveva compiuto 19 anni il 30 dicembre, è invece deceduta per delle complicazioni durante l'aborto a cui aveva deciso di sottoporsi all'undicesima settimana di gravidanza. «Lei - racconta la madre della ragazza - era la seconda a dover fare l'intervento. Era nervosa ma la ragazza che è entrata prima di lei è uscita e stava bene, l'ha anche rassicurata dicendole che era un intervento non complicato. Eravamo tutti più sereni. Abbiamo cominciato a preoccuparci dopo un'ora che era in sala operatoria, perché l'intervento dell'altra ragazza era durato molto meno».

 


Da quel momento la famiglia della giovane ha cercato di sapere cosa stava accadendo: «Nessuno ci diceva niente - spiega Emilia Cipolletta - i medici non uscivano, passavano solo infermieri con sacche di sangue, poi abbiamo visto uscire una giovane tirocinante con l'espressione sconvolta». Dopo due ore il tragico esito: «Un medico ci ha detto - continua la madre - che la situazione non era grave, ma gravissima, che aveva avuto un'emorragia, poi un embolo, poi un collasso cardiaco. Che l'avevano tagliata per capire dov'era la perdita di sangue». La signora Ciaramella spiega anche il percorso che aveva portato alla decisione dell'aborto: «Gabriela aveva preso in gravidanza un farmaco antimicotico - ha detto - e quattro ginecologi che abbiamo consultato ci hanno detto che c'era il 50% di rischio di malformazioni del feto. Gabriela ci aveva pensato a lungo poi mi disse che non se la sentiva per il rischio che correva il bambino e perché lei era molto giovane, non sapeva se era in grado di accudirlo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino