Napoli, protesta degli operatori della sanità privata contro i contratti «truffa»

È scattata sotto la sede della Regione al centro direzionale di Napoli la protesta degli operatori della sanità privata oggetto, in un periodo di crisi e di bollette...

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È scattata sotto la sede della Regione al centro direzionale di Napoli la protesta degli operatori della sanità privata oggetto, in un periodo di crisi e di bollette alle stelle, di un'aggressione da parte dei ricchi gestori della sanità privata che vogliono imporre un contratto peggiorativo rispetto a quello, già esiguo, che prevede la contrattazione nazionale. 

Un'anomalia campana che i privati convenzionati vogliono imporre ai lavoratori privandoli di una serie di diritti fondamentali con significativi tagli di stipendi che sono già falcidiati dall'inflazione e dai costi della vita esplosi negli ultimi mesi. 

«Oggi sono stato in piazza con gli operatori del settore della riabilitazione per manifestare il mio supporto ad una causa giusta. Non è tollerabile che un servizio pubblico nella nostra regione sia garantito quasi esclusivamente dal privato. Mentre gli imprenditori che hanno convenzioni con il pubblico garantiscono paghe sempre peggiori ai lavoratori, la Regione resta ferma al palo». A dirlo è Vincenzo Ciampi a margine della manifestazione organizzata da Fp Cgil. 

«Il dumping contrattuale è un fenomeno che va combattuto sempre e in tutte le sedi. In questo caso parliamo di operatori, che anche durante la pandemia, non hanno mai fatto mancare il loro contributo, anche a rischio della propria salute. Non è accettabile che i professionisti della riabilitazione percepiscano stipendi sempre più bassi. Noi continueremo a tenere alta l'attenzione sul tema affinché si giunga presto all'individuazione di soluzioni concrete ed efficaci, per garantire i diritti dei lavoratori e la tutela della salute dei cittadini. Questo settore rappresenta uno dei tanti »buchi neri« della sanità gestita da De Luca, che si aggiunge ai pronto soccorso al collasso, al dramma dei tetti di spesa, alla mancanza di posti letto e ad una medicina territoriale da rifondare. Altro che eccellenza». 

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Il Mattino