Lotta alla malnutrizione, gara di solidarietà nel Napoletano

Lotta alla malnutrizione, gara di solidarietà nel Napoletano
Realizzare un macchinario in Uganda capace di produrre un alimento per sconfiggere la malnutrizione acuta severa nei paesi in via di sviluppo: è l'obiettivo di Vincenzo...

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Realizzare un macchinario in Uganda capace di produrre un alimento per sconfiggere la malnutrizione acuta severa nei paesi in via di sviluppo: è l'obiettivo di Vincenzo Armini, giovane dottorando in Scienze Agrarie e Agroalimentari al Dipartimento di Agraria di Portici ( Napoli) dell'Università degli Studi di Napoli 'Federico IÌ. Per riuscire nell'intento, ieri sera, nel comune vesuviano Armini ha promosso una serata di beneficenza per raccogliere denaro utile alla costruzione dell'impianto a Gulu, una località dell'Uganda del Nord dove già da alcuni anni è stata avviata 'GuluNap' una partnership tra la 'Federico IÌ e l'università locale.



Nei paesi africani i pochi presidi medici non sempre sono raggiungibili da coloro che abitano nei villaggi e che, così, non riescono a curare i casi di malnutrizione ancora molto diffusa tra i bambini. Inoltre, quando si manifestano casi di malnutrizione grave si assiste ad un vero e proprio affollamento nei presidi, con il risultato che diventa difficoltoso prestare cure immediate. Da questa osservazione è nata l'idea di mettere a punto un alimento terapeutico che, reperibile in loco, riesca a raggiungere tutti, anche le popolazioni dei villaggi più lontani.



Si tratta di un alimento innovativo composto da soia, sorgo, spirulina maxima un'alga ricca di vitamine e sali minerali, zucchero, olio di girasole, lecitina. «La vera innovazione» spiega Armini che ha dato vita all'associazione NutriAfrica «consiste nel fatto che l'alimento viene prodotto in loco e con ingredienti reperibili in loco». Il prodotto verrà testato, in una fase iniziale, per verificarne l'efficacia clinica. Adesso, la sfida è raccogliere fondi necessari per la costruzione dell'impianto di produzione dell'alimento. I fondi, occorrono circa 50mila euro, vengono raccolti con serate e aperitivi e attività benefiche. «In un momento in cui la ricerca è estremamente vincolata a una progettualità abbastanza stringente» conclude «l'idea è quella di restituire al popolo la patria potestà relativa al finanziamento delle proposte di innovazione».
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Il Mattino