Nei paesi africani i pochi presidi medici non sempre sono raggiungibili da coloro che abitano nei villaggi e che, così, non riescono a curare i casi di malnutrizione ancora molto diffusa tra i bambini. Inoltre, quando si manifestano casi di malnutrizione grave si assiste ad un vero e proprio affollamento nei presidi, con il risultato che diventa difficoltoso prestare cure immediate. Da questa osservazione è nata l'idea di mettere a punto un alimento terapeutico che, reperibile in loco, riesca a raggiungere tutti, anche le popolazioni dei villaggi più lontani.
Si tratta di un alimento innovativo composto da soia, sorgo, spirulina maxima un'alga ricca di vitamine e sali minerali, zucchero, olio di girasole, lecitina. «La vera innovazione» spiega Armini che ha dato vita all'associazione NutriAfrica «consiste nel fatto che l'alimento viene prodotto in loco e con ingredienti reperibili in loco».
Il prodotto verrà testato, in una fase iniziale, per verificarne l'efficacia clinica. Adesso, la sfida è raccogliere fondi necessari per la costruzione dell'impianto di produzione dell'alimento. I fondi, occorrono circa 50mila euro, vengono raccolti con serate e aperitivi e attività benefiche. «In un momento in cui la ricerca è estremamente vincolata a una progettualità abbastanza stringente» conclude «l'idea è quella di restituire al popolo la patria potestà relativa al finanziamento delle proposte di innovazione».