San Giovanni a Teduccio vince la paura e scende in strada, nel cuore del Bronx, per dire no alle «stese», le raffiche di colpi di arma da fuoco con cui quasi ogni...
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È stato il binomio scuola-chiesa a fare da innesco a quello che i manifestanti hanno già definito «un successo»: una sinergia che ha visto impegnati in prima linea Modesto Bravaccini, parroco della chiesa di San Giuseppe e Madonna di Lourdes, e Valeria Pirone, giovane preside dell’istituto Vittorino Da Feltre. La spinta è arrivata dopo la notte di San Silvestro, quando un ragazzo del quartiere era stato raggiunto da un proiettile vagante mentre ammirava i fuochi di Capodanno.
«Fare la marcia è già un risultato, molti avevano paura di venire. Stamattina una mamma mi ha confessato di avere timore – ha raccontato il parroco – “loro” giocano molto sul ricatto. Ormai registriamo più di una “stesa” a settimana. Noi ci mettiamo la faccia, speriamo però che le istituzioni raccolgano la nostra provocazione».
Ma di rappresentanti politici e istituzionali in marcia ce n'erano pochi: i consiglieri regionali Francesco Emilio Borrelli e Antonio Marciano, gli assessori del Comune di Napoli Ciro Borriello e Annamaria Palmieri per l'amministrazione comunale e il presidente della municipalità Salvatore Boggia.
«All’inizio abbiamo avuto una porta chiusa in faccia da tutti, a partire dai piccoli che dicevano di avere paura – ha detto la preside Pirone – fino a 20 giorni fa non avevamo una adesione né di un alunno né di una famiglia. Di stese se ne parla ancora troppo poco, i miei ragazzi mi raccontano ogni giorno di episodi del genere. Questo di stamattina è il nostro grido di rabbia».
Un risultato frutto di un lavoro di rete che ha coinvolto agenzie educative, parrocchie e la rete di associazioni Napoli Zeta, in particolare la cooperativa Sepofà, Libera, Terra di confine, Un popolo in Cammino, Ente Agisco, Studenti contro la Camorra, l’Associazione Maestri di Strada. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino