Napoli, boe abusive a Mergellina: «Indagini su 150 barche»

Napoli, boe abusive a Mergellina: «Indagini su 150 barche»
Coda velenosa per l'estate napoletana, a giudicare da quanto avviene nelle acque del Lungomare. C'è chi si è tecnicamente allargato. A poco alla volta, si...

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Coda velenosa per l'estate napoletana, a giudicare da quanto avviene nelle acque del Lungomare. C'è chi si è tecnicamente allargato. A poco alla volta, si è preso il doppio di quanto dovuto, qui nelle acque antistanti il consolato americano. E ha piazzato boe abusive, catene, pezzi di cemento, con tanto di sommozzatori che sono riusciti a controllare un parco di barche decisamente più ampio. Sospetti, ipotesi al momento suffragate da foto e da lavoro di appostamento, che hanno spinto ieri mattina gli uomini della capitaneria di porto a tornare - a distanza di appena tre mesi - nello stesso posto in cui erano stati effettuati altri blitz, di inizio stagione. 

Ma veniamo alla cronaca di ieri mattina. Blitz della Autorita portuale contro le boe abusive. Sono circa 150 le imbarcazioni (di turisti e di cittadini napoletani) che sono state parcheggiate abusivamente nello specchio di acqua antistante il consolato americano. C'è chi ha creato un sistema di boe abusive, che ha consentito di utilizzare uno specchio di acqua non coperto dalla concessione a sfruttare la zona demaniale. È questa l'ipotesi su cui indagano gli uomini della Autorita portuale guidata dall'ammiraglio Pietro Giuseppe Vella, al termine del lavoro del luogotenente Carlo Nigro.

Denunciati i gestori di una coop, titolare di una concessione per la gestione di 25mila metri di specchio d'acqua, che dovranno difendersi dall'accusa di aver raddoppiato gli spazi che potevano essere utilizzate. In sintesi, avrebbero raddoppiato: avevano 25mila metri, ne hanno utilizzato 50mila, grazie ad approdi posticci e legami abusivi. 

Venerdì ore nove, cielo grigio, sole interamente coperto dalle nuvole che annunciano un cambio climatico per questo week end. Fa caldo, c'è il solito capanello di gestori, che staziona (legamente) sul marciapiede. Sono stati contattati circa 150 titolari di barche da diporto che hanno parcheggiato (forse a loro insaputa), in uno specchio d'acqua non consentito. Verifiche su eventuali sfregi al patrimonio naturalistico. Al vaglio degli inquirenti l'impiego di cemento o catene di acciaio per ancorare le barche che di volta in volta si sono presentate nella rada di fronte al consolato del mare. Al momento si indaga per occupazione abusiva di demanio pubblico, ipotesi che viene contestata a un gruppo di esponenti di una coop che da anni si occupa della gestione delle imbarcazioni da diporto. Verifiche anche su eventuali danni arrecati al paesaggio, vista l'installazione di allacci non consentiti. Giorni di appostamento, decisive le immagini di un drone che ha consentito - assieme al lavoro fatto dagli inquirenti sulle motonavi - di verificare la nuova frontiera degli abusi. Città illegale, mare usurpato, mentre si lavora anche su un possibile retroscena: quello legato ai clienti della coop che ieri mattina sono stati convocati per rimuovere le proprie barche. Inevitabili alcune domande, le stesse su cui probabilmente stanno battendo gli inquirenti: i titolari delle imbarcazioni erano a conoscenza del fatto di aver parcheggiato in una zona non consentito? Quali erano i rapporti con la Coop? C'era un contratto a disciplinare il rapporto tra Coop e clienti, a proposito degli spazi in cui ormeggiare? Di fatto ieri mattina, sono partite le convocazioni di fine stagione, con la richiesta di spostare i natanti, nel tentativo di cercare una difficile sintesi tra spazi disponibili e numeri di clienti. Ma ci sono anche altri punti su cui conviene focalizzare l'attenzione: quando costa ormeggiare una barca nelle boe di Mergellina? Esiste una differenza a seconda della posizione? Chi ha consentito una espansione tanto evidente da parte dei concessionari delle boe di Mergellina? 

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Il Mattino