Napoli, minacce hooligans: assessori in Procura tra silenzi e amnesie

Napoli, minacce hooligans: assessori in Procura tra silenzi e amnesie
Insomma, chi c'era in quella benedetta riunione? Chi erano i tifosi presenti a Palazzo San Giacomo? Poche parole, giusto il minimo indispensabile dinanzi al pm. Silenzi e...

Continua a leggere con la nostra offerta speciale:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
6,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Insomma, chi c'era in quella benedetta riunione? Chi erano i tifosi presenti a Palazzo San Giacomo? Poche parole, giusto il minimo indispensabile dinanzi al pm. Silenzi e amnesie da parte degli assessori ascoltati nel corso dell'inchiesta sulla statua di Maradona, il progetto di realizzare un monumento in onore dell'asso argentino, finito al centro di una inchiesta per presunte pressioni di teppisti e hooligan sul Comune. Risposte appena accennate da parte di Eleonora De Majo e Ciro Borriello, sentiti come testimoni e potenziali parti offese di un progetto - quello ordito dagli ultrà - di insediarsi nella stanze di Palazzo San Giacomo, per controllare il progetto legato alla statua del Pibe. Una inchiesta che si arricchisce di particolari. Proprio di fronte alle scarse informazioni offerte dai due assessori alla cultura e allo sport (ripetiamo: non indagati), la Procura ha deciso di mandare la digos in casa della De Majo (che convive con il leader di insurgencia Egidio Giordano, assessore alla terza municipalità). Perquisiti per conto terzi, non sono mancate sorprese, quando sono spuntati i sette razzi fumogeni, di quelli da usare in cortei e manifestazioni spesso non pacifiche. Getta acqua sul fuoco, l'assessore De Majo, che ricorda di non aver subìto alcuna pressione dagli hooligans, spiegando anche l'origine di quei lacrimogeni: «Botti di capodanno dimenticati in un cassetto da qualche anno».

Napoli, denunciata l'assessore De Majo: «Ma erano solo botti di Capodanno dimenticati in un cassetto»


Denunciati per possesso di materiale esplodente, De Majo e Giordano hanno però ora il problema di chiarire il rapporto con il tifoso accolto nella commissione formata per valutare i progetti della statua di Maradona. Uno di casa al Comune, sembra di capire. Indagato per violenza privata (pressioni al Comune), per aver chiesto la statua di Maradona («altrimenti buttiamo a terra quella di Garibaldi, come fecero con Saddam Hussein; altrimenti facciamo un corteo sotto il Comune»), Grosso è indagato anche per altri reati per la storia dei tafferugli contro le forze dell'ordine, la notte del 23 ottobre scorso, per protestare contro la decisione di De Luca di varare il coprifuoco: devastazione, ma anche di attentato al corpo politico dello Stato. Centrale una domanda: De Majo e Giordano erano a conoscenza del ruolo di Grosso? E ancora: in Comune avevano percepito il presunto pressing del tifoso della Masseria, che invocava una statua, minacciava soluzioni modello Iraq e prospettava invasioni ai piedi di Palazzo San Giacomo?


LA REPLICA


Inchiesta condotta dai pm Antonello Ardituro, Celeste Carrano, Luciano D'Angelo, Danilo De Simone, è giovedì mattina quando si arriva a una svolta inattesa, con le perquisizioni per conto terzi, in casa della De Majo, che fa sortire non poche sorprese: è la storia dei sette razzi scoperti dalla Digos. Ma come replicano i diretti interessati? Ieri, l'assessore De Majo ha replicato così alla vicenda della perquisizione e dei lacrimogeni trovati: «Nessuna pressione c'è stata, a proposito della commissione per la statua di Maradona. La nostra è stata una scelta politica precisa rispondente alla necessità di coinvolgere democraticamente la città nella selezione del monumento da dedicare a Maradona. A conferma di quanto fosse necessario un processo pubblico e democratico sulla statua posso riferire con orgoglio che a oggi abbiamo ricevuto decine di progetti che aspettano di essere valutati dalla commissione e non vorrei mai che tutta questa vicenda finisse per minare un lavoro iniziato con entusiasmo. Per quanto riguarda poi i botti trovati durante la perquisizione a casa mia si tratta di nient'altro che di un residuo di un Capodanno di qualche anno fa dimenticati in un cassetto; non sono né lacrimogeni né fumogeni, termini che mi hanno fatto anche sorridere in questo momento di evidente e spiacevole tensione.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino