Napoli, minacce hooligans: assessori in Procura tra silenzi e amnesie

Napoli, minacce hooligans: assessori in Procura tra silenzi e amnesie
di Leandro Del Gaudio
Sabato 20 Febbraio 2021, 09:45 - Ultimo agg. 13:54
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Insomma, chi c'era in quella benedetta riunione? Chi erano i tifosi presenti a Palazzo San Giacomo? Poche parole, giusto il minimo indispensabile dinanzi al pm. Silenzi e amnesie da parte degli assessori ascoltati nel corso dell'inchiesta sulla statua di Maradona, il progetto di realizzare un monumento in onore dell'asso argentino, finito al centro di una inchiesta per presunte pressioni di teppisti e hooligan sul Comune. Risposte appena accennate da parte di Eleonora De Majo e Ciro Borriello, sentiti come testimoni e potenziali parti offese di un progetto - quello ordito dagli ultrà - di insediarsi nella stanze di Palazzo San Giacomo, per controllare il progetto legato alla statua del Pibe. Una inchiesta che si arricchisce di particolari. Proprio di fronte alle scarse informazioni offerte dai due assessori alla cultura e allo sport (ripetiamo: non indagati), la Procura ha deciso di mandare la digos in casa della De Majo (che convive con il leader di insurgencia Egidio Giordano, assessore alla terza municipalità). Perquisiti per conto terzi, non sono mancate sorprese, quando sono spuntati i sette razzi fumogeni, di quelli da usare in cortei e manifestazioni spesso non pacifiche. Getta acqua sul fuoco, l'assessore De Majo, che ricorda di non aver subìto alcuna pressione dagli hooligans, spiegando anche l'origine di quei lacrimogeni: «Botti di capodanno dimenticati in un cassetto da qualche anno».

Napoli, denunciata l'assessore De Majo: «Ma erano solo botti di Capodanno dimenticati in un cassetto»


Denunciati per possesso di materiale esplodente, De Majo e Giordano hanno però ora il problema di chiarire il rapporto con il tifoso accolto nella commissione formata per valutare i progetti della statua di Maradona.

Uno di casa al Comune, sembra di capire. Indagato per violenza privata (pressioni al Comune), per aver chiesto la statua di Maradona («altrimenti buttiamo a terra quella di Garibaldi, come fecero con Saddam Hussein; altrimenti facciamo un corteo sotto il Comune»), Grosso è indagato anche per altri reati per la storia dei tafferugli contro le forze dell'ordine, la notte del 23 ottobre scorso, per protestare contro la decisione di De Luca di varare il coprifuoco: devastazione, ma anche di attentato al corpo politico dello Stato. Centrale una domanda: De Majo e Giordano erano a conoscenza del ruolo di Grosso? E ancora: in Comune avevano percepito il presunto pressing del tifoso della Masseria, che invocava una statua, minacciava soluzioni modello Iraq e prospettava invasioni ai piedi di Palazzo San Giacomo?


LA REPLICA
Inchiesta condotta dai pm Antonello Ardituro, Celeste Carrano, Luciano D'Angelo, Danilo De Simone, è giovedì mattina quando si arriva a una svolta inattesa, con le perquisizioni per conto terzi, in casa della De Majo, che fa sortire non poche sorprese: è la storia dei sette razzi scoperti dalla Digos. Ma come replicano i diretti interessati? Ieri, l'assessore De Majo ha replicato così alla vicenda della perquisizione e dei lacrimogeni trovati: «Nessuna pressione c'è stata, a proposito della commissione per la statua di Maradona. La nostra è stata una scelta politica precisa rispondente alla necessità di coinvolgere democraticamente la città nella selezione del monumento da dedicare a Maradona. A conferma di quanto fosse necessario un processo pubblico e democratico sulla statua posso riferire con orgoglio che a oggi abbiamo ricevuto decine di progetti che aspettano di essere valutati dalla commissione e non vorrei mai che tutta questa vicenda finisse per minare un lavoro iniziato con entusiasmo. Per quanto riguarda poi i botti trovati durante la perquisizione a casa mia si tratta di nient'altro che di un residuo di un Capodanno di qualche anno fa dimenticati in un cassetto; non sono né lacrimogeni né fumogeni, termini che mi hanno fatto anche sorridere in questo momento di evidente e spiacevole tensione.
 

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