Michele Di Bari prefetto di Napoli: «Più agenti e telecamere al Vomero»

Dopo la maxirissa di una settimana fa a piazza Vanvitelli via al piano per monitorare la movida

Il prefetto Michele di Bari
Il prefetto Michele di Bari
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 10 Maggio 2024, 23:30 - Ultimo agg. 11 Maggio, 20:35
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Vomero e Arenella, aumentano i controlli. L’ultima maxi-rissa scatenata sabato sera da decine di giovani in piazza Vanvitelli ha sollevato un’ondata di proteste dei residenti. Per questo il prefetto Michele di Bari non ha perso tempo, convocando ieri una riunione del comitato per l’ordine pubblico, e annunciando una serie di misure che - almeno nelle intenzioni - serviranno a restituire la perduta percezione della sicurezza della gente. 

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Prefetto che cosa si è deciso?
«La zona collinare è già controllata, ma oggi abbiamo adottato un piano che prevede misure più incisive nell’immediato e nel breve termine».

Di che cosa stiamo parlando?
«Sul territorio si garantirà un’azione più incisiva con un rinforzato pattugliamento interforze, a partire da quelli che sono gli obiettivi più sensibili durante la movida. A breve, poi, su tutto il territorio cittadino e in punti “mirati” - e tra questi ci sono anche il Vomero e l’Arenella - verrà aumentato il numero delle telecamere di videosorveglianza, almeno 26, tenendo presenti le zone di maggior affollamento soprattutto nelle serate dei fine settimana. Questo grazie a un progetto di due milioni di euro stanziati dal ministero dell’Interno». 

Quanto passerà prima di vedere le telecamere in funzione?
«L’iter sarà breve e rapido.

I progetti sono stati già realizzati e inviati al Viminale, che velocemente darà l’ok».

La gente che abita nella zona di piazza Vanvitelli, piazza Medaglie d’Oro, piazza degli Artisti ma anche piazza Muzii invoca da tempo la presenza di una postazione fissa nelle aree della movida, e che - soprattutto - garantisca una copertura per l’intera notte. Avete preso anche questa decisione?
«Ci stiamo lavorando. In compenso abbiamo già pianificato, con i vertici di polizia, carabinieri, finanza e municipale, ulteriori e inedite strategie di controllo».

I vomeresi sono esasperati e anche molto arrabbiati. Lei ha proprio in queste ore incontrato una rappresentanza di rappresentanti di alcuni nuovi comitati civici. Come li ha rassicurati?
«Li ho ascoltati tutti, raccogliendo le loro istanze per ottenere una maggiore sicurezza. Quelle persone hanno ragione a chiedere più attenzione: li ho rassicurati, e loro sono andati via soddisfatti. La porta del mio studio in Prefettura è, e resta sempre aperta alle istanze di tutti i napoletani».

Torniamo alla indegna gazzarra di piazza Vanvitelli. Nelle persone c’è anche tanta rabbia, vorrebbero potere immaginare almeno che vengano identificati e non la passino liscia. In tanti giovanissimi il senso dell’impunità raggiunge livelli pericolosi.
«Ho totale fiducia nel lavoro delle forze di polizia e della magistratura. Altro non posso dire nel merito delle indagini: ma assicuro che nessuno è rimasto con le mani in mano dopo aver visto i video di quella follia scatenata in piazza Vanvitelli».

La sensazione però resta quella di potere poco contro il fenomeno delle baby gang violente. Che cosa serve per affrontare una volta per tutte questa piaga sociale? 
«Partiamo dal presupposto che la stragrande maggioranza dei ragazzi napoletani è composta da persone perbene e tranquille. Quanto alle bande di giovanissimi, al di là della repressione c’è tanto bisogno del lavoro delle agenzie educative. Di educatori, istruzione e soprattutto modelli positivi. L’emarginazione e la violenza di tanti ragazzi deriva anche dalla piaga dell’evasione scolastica: proprio per questo ho già messo a punto un sistema capace di rendere fluidi e diretti i dati relativi a chi non va a scuola. C’è uno strumento importante che investe le responsabilità anche dei genitori, che è l’ammonimento. A tale proposito voglio aggiungere che ci stiamo muovendo per tenere lezioni nelle scuole; stiamo anche operando al loro esterno attuando un piano di controllo contro il porto delle armi e l’uso di sostanze stupefacenti».

Non possiamo non parlare del grave agguato di due sere fa a Capodimonte. I killer hanno seminato il terrore tra decine e decine di passanti.
«Sono molto preoccupato. Anche su questo stiamo lavorando alacremente per assicurare i responsabili alla giustizia. Il fatto che si spari alle sei del pomeriggio in una strada affollata non può non indurre ad una riflessione collettiva che interpella tutti».

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