Napoli, mobbing tra i «top gun»: colonnello finisce sotto accusa da parte di un'ex allieva

Napoli, mobbing tra i «top gun»: colonnello finisce sotto accusa da parte di un'ex allieva
Ha raccontato cosa è accaduto quando aveva la divisa e sognava di fare la pilota. Lo ha fatto davanti a un giudice, dove ha presentato denunce e testimonianze, quanto basta...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ha raccontato cosa è accaduto quando aveva la divisa e sognava di fare la pilota. Lo ha fatto davanti a un giudice, dove ha presentato denunce e testimonianze, quanto basta a tenere aperto il caso. Sedicesimo piano, Tribunale di Napoli, giudice Tirone, resta formalmente aperta la vicenda che vede coinvolto un ufficiale dell’Aeronautica di Pozzuoli, coinvolto in una storia di presunto mobbing ai danni di un’allieva dell’accademia napoletana. Eccola la ex allieva sergente Giulia Jasmine Schiff (accanto al suo avvocato Massimiliano Strampelli): si dice vittima di vessazioni subite quando frequentava il corso nella prestigiosa istituzione militare alle porte di Napoli. È invece assente il colonnello accusato di mobbing, che si è affidato a un avvocato di ufficio.

Una storia controversa, a proposito del trattamento che sarebbe stato riservato alla allieva sottoufficiale, sia nella sua permanenza a Latina (dove si era concluso il corso di volo), sia al suo ritorno a Pozzuoli. Una vicenda che ha un preciso atto di inizio. Da quando Giulia Jasmin Schiff decide di denunciare il trattamento subito nel corso del cosiddetto “battesimo”, un rito a metà strada tra nonnismo e goliardia, che viene riservato a chi acquisisce il brevetto di pilota. Nei confronti della donna - è la denuncia - il trattamento sarebbe stato fin troppo violento. E non è un caso che la querela della ex allieva è stata corredata da un video con immagini esplicite: la ragazza viene presa in braccio da almeno otto militari, viene sculacciata a colpi di frusta e pugni, nonostante provasse a divincolarsi, a urlare e a chiedere aiuto. 

Ad effetto anche le foto dei lividi e delle escoriazioni riportate nella parte posteriore del corpo, come emerge dalle foto agli atti. Fatto sta che dopo la denuncia, la ragazza avrebbe subìto una serie di vessazioni che l’hanno spinta a denunciare per mobbing uno dei suoi superiori. Sarebbe stata isolata all’interno dell’Accademia, si sarebbe vista negare sistematicamente licenze, permessi, finanche il diritto di fare sport all’interno della struttura. Per il legale di fiducia, si sarebbe trattato di una replica per aver osato denunciare quanto avvenuto nel corso del cosiddetto rito del battesimo. Di tutt’altro tenore la posizione dei soggetti coinvolti. Raggiunti dal Mattino - sia a mezzo mail, sia con una telefonata all’ufficio relazioni esterne dell’Aeronautica - i vertici dell’istituzione (che non sono sotto accusa, ndr) non hanno ritenuto opportuno fornire la propria versione dei fatti, anche nel rispetto di una procedura in corso, che attende il vaglio di un gip. 

Ma restiamo ai punti fermi, ai due processi nati sul caso: attualmente a Latina, sono imputati gli otto militari accusati di violenza privata nei confronti della ex aspirante top gun, facilmente riconosciuti dal video per le percosse e le frustrate che sono state impartite alla neo pilota; dopo aver denunciato il trattamento subìto, la donna è stata espulsa dall’aeronautica per inettitudine militare. Poi, sono arrivate le inchieste giornalistiche. La svolta, lo scorso sei aprile, con una puntata delle Iene, che svela alcuni possibili retroscena: vengono intervistate quattro persone, ex colleghi di Giulia (che parlano in anonimo), che confermano «l’ordine dall’alto» di isolare la ragazza che aveva osato sporgere denuncia. 

Emergerebbero - nell’ottica della difesa - riscontri all’accusa di mobbing che sarebbe stato subìto dalla denunciante, in uno scenario che approda alla Procura di Napoli (non ci sono reati militari, quindi si procede in via ordinaria). Chiaro il pm nel chiedere l’archiviazione: «La giornalista delle Iene, una volta convocata in aula si avvarrà del segreto professionale, senza svelare l’identità dei testi, di qui l’impossibilità di procedere». La difesa chiede il sequestro del video e l’identificazione dei testimoni, ora la parola al gip. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino