Morto soffocato per un pezzo di pizza, indaga la Procura di Napoli: omicidio colposo

Morto soffocato per un pezzo di pizza, indaga la Procura di Napoli: omicidio colposo
Vogliono capire quanto tempo è passato dall'arrivo del paziente in ospedale all'arrivo dell'anestesista. Vogliono capire quante e quali professionalità...

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Vogliono capire quanto tempo è passato dall'arrivo del paziente in ospedale all'arrivo dell'anestesista. Vogliono capire quante e quali professionalità si sono sovrapposte attorno allo stesso caso e in quale clima si è svolto il confronto.


Poi c'è un nodo da sciogliere: c'è stato realmente un litigio tra medici? Ed è vero che questo litigio è stato registrato con il telefonino da uno dei parenti del paziente? Domande destinate a finire all'interno di un fascicolo aperto in queste ore dalla Procura di Napoli, che ha deciso di accendere i riflettori sulla morte del 54enne M.D.G., giunto sabato notte in ospedale al San Paolo, dove è morto soffocato da un boccone di pizza che non era riuscito ad inghiottire.
 
Inchiesta condotta dal pm Giuliana Giuliano, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, si procede per omicidio colposo. Verifiche in corso da parte degli agenti del commissariato San Paolo, che hanno provveduto ad acquisire le cartelle cliniche e ad ascoltare le prime versioni dei testimoni, ma anche da parte dei carabinieri del Nas, che stanno svolgendo accertamenti anche per conto del Ministero della salute. Aperta anche una inchiesta interna, da parte del commissario Asl Ciro Verdoliva.

Una vicenda che si focalizza sul dieci minuti. È questo il tempo che è passato dall'arrivo del paziente (che è giunto assieme ad alcuni parenti, ma in grado comunque di camminare in modo autonomo) all'ingresso dell'anestesista. Stando alla versione riportata dai parenti del 54enne deceduto, l'anestesista avrebbe cominciato a polemizzare con i medici del pronto soccorso, anche se non è chiaro il motivo dello scontro. Probabilmente a far discutere ci sarebbe stata la decisione, almeno sulle prime, di realizzare vari tentativi di disostruzione delle vie aeree, interventi empirici purtroppo non andati a buon fine.

Proviamo a capire cosa è accaduto sabato notte. All'arrivo con le sue gambe il paziente era cianotico e in evidente difficoltà respiratoria. Accolto al triage in codice rosso (urgenza massima) è stato prontamente assistito da una dottoressa di turno, che ha provato per tre o quattro volte ad effettuare la manovra di Heimlich, una tecnica di primo soccorso per rimuovere le ostruzioni delle vie aeree. Manovra a detta degli esperti che costituisce un'efficace misura per risolvere in modo rapido in molti casi di soffocamento. Non tuttavia in questo caso. Il paziente ha perso i sensi. A quel punto il medico di urgenza, con l'aiuto di un chirurgo di turno in pronto soccorso, ha provato a togliere il frammento di pizza che ostruiva le vie aeree con una pinza e un laringoscopio. Anche questo tentativo è andato purtroppo a vuoto. Di fronte all'impossibilità di mettere in atto altre manovre disostruttive agendo dall'esterno (pare che il paziente fosse sovrappeso) i sanitari hanno allertato la rianimazione per l'arrivo di un anestesista probabilmente pensando di praticare una tracheotomia di urgenza. È quindi arrivato dopo alcuni minuti uno dei 3 anestesisti di turno (uno era in rianimazione e non poteva muoversi, un altro in sala operatoria e il terzo in ginecologia). Me non c'è stato nulla da fare.


Una vicenda che evidenzia anche il problema delle carenze di risorse, in pieno clima di spending review: qui a Fuorigrotta, la medicina di urgenza è gravemente sotto organico, come emerge dal caso degli anestesisti a disposizione. Possibile che nelle prossime ore la Procura decida di identificare tutti i presenti, in vista degli accertamenti autoptici. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino