Movida, il Tar dà ragione ai baretti: «Con i tavolini nessun pericolo»

Movida, il Tar dà ragione ai baretti: «Con i tavolini nessun pericolo»
«L'iter amministrativo adottato dal Comune di Napoli per ottenere il riordino delle concessioni di via Bisignano non appare sempre ispirato a criteri di linearità...

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«L'iter amministrativo adottato dal Comune di Napoli per ottenere il riordino delle concessioni di via Bisignano non appare sempre ispirato a criteri di linearità e trasparenza». Lo scrive il Tar Campania, che ieri mattina ha emesso l'ordinanza di accoglimento della richiesta di sospensiva relativa «all'obbligo a rimuovere le installazioni sul suolo pubblico» proposta dai gestori del Wild di via Bisignano 50 (rappresentati dagli avvocati Luigi e Carmine Cesaro). La settima sezione del Tribunale amministrativo (presidente Rosalia Maria Rita Messina, consigliere Marina Perrelli, estensore Luca De Gennaro) solleva alcuni dubbi rispetto all'operato di Palazzo San Giacomo, che nel corso dell'ultimo anno ha dato vita ad un braccio di ferro con i gestori delle attività di via Bisignano, rispetto alla possibilità di esporre tavolini nelle strade della movida. Le parole utilizzate dal Tar, nei confronti dell'ente, sono molto tranchant considerando che quella che si è svolta ieri non è stata un'udienza di merito, fissata invece per aprile 2019. Altro passaggio centrale dell'ordinanza è quello in cui viene evidenziato dai giudici come «non risulti un pericolo per la viabilità pubblica dall'uso dello spazio pubblico chiesto in concessione stante il parere favorevole della polizia municipale acquisito al procedimento». E si legge ancora: «Vista la complessità e scarsa chiarezza del quadro amministrativo e regolamentare, l'elemento fiduciario non appare così gravemente compromesso tanto da giustificare da solo il rigetto dell'istanza di concessione». Uno dei motivi addotti da Palazzo San Giacomo sul diniego alle concessioni riguardava proprio il rapporto fiduciario venuto meno tra gestori e Municipio, a seguito dei verbali ricevuti dai titolari delle attività nel corso degli ultimi mesi, per inosservanza dei regolamenti comunali.

 
Il Comune in pratica ha incassato nel giro di poche settimane la seconda batosta. Il primo round della guerra dei tavolini se lo era aggiudicato, lo scorso 21 marzo, il titolare del locale «H2No» di via Bisignano 65, riuscendo a strappare la sospensiva su «l'annullamento della concessione di suolo pubblico». Sia al Wild che all'H2No il Suap (sportello unico attività produttive del Comune) aveva notificato a gennaio scorso l'annullamento delle concessioni.


A spiegare il punto di vista di Palazzo San Giacomo ci pensa Enrico Panini, assessore al Bilancio e alle Attività produttive: «È accaduto che il servizio di polizia amministrativa, che rilascia le occupazioni di suolo, si è attenuto alle segnalazioni della polizia municipale, che più di ogni altro ha il controllo sul territorio per quanto riguarda la circolazione e la deambulazione, che devono essere garantite senza un rischio per la pubblica incolumità. Ci siamo adeguati a queste decisioni e dunque non c'è stata alcuna confusione in questi mesi. Semplicemente punti di vista differenti. Ci adegueremo alle sospensive del Tar e questo ci consentirà di fare un ulteriore passo in avanti molto significativo». Il Comune sta pensando di ridisegnare le concessioni di suolo in tutta la zona della movida di Chiaia, grazie al «protocollo sottoscritto mesi fa con la Sovrintendenza, la Federico II e la Camera di Commercio». L'accordo interistituzionale prevedeva in origine che fossero ridisegnate le concessioni nell'area Unesco, quindi del centro storico. «Daremo un garbo anche alle occupazioni in quella zona - spiega ancora Panini - Omogeneità degli arredi e importante sarà il fattore estetico. Si usa un bene comune, cioè la città, e la gradevolezza e le bellezza devono essere componenti del suolo. Attendiamo ovviamente le udienze di merito, ma per noi non è una disfida». La vicenda è molto tormentata e farraginosa. In questi mesi si sono rincorse comunicazioni, carte bollate, delibere di giunta comunale, concessioni di suolo accordate e poi annullate, sullo sfondo di una movida che ha portato ai livelli di massima lo scontro tra i titolari delle attività e i residenti di Chiaia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino