Prima la multa alla partoriente in autobus senza biglietto, notizia che ha fatto ridere un po' tutti solo perché noi poveri stolti non siamo stati, viceversa,...
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I cittadini napoletani non aspettavano altro, pronti come sono proprio per naturale inclinazione a condurre una esistenza monacale, silenziosa, disciplinata. Messo in soffitta il vecchio lassismo, benvenuti quindi nella nuova Napoli che fa la guerra alle donne incinte senza biglietto a bordo dei bus e ai tassisti in pantaloncini. E adesso, per favore, non saltino su i soliti benaltristi, pronti a sostenere che, va bene il decoroso abbigliamento degli autisti, ma forse sarebbe il caso, prima delle multe per l'outfit, di interventi seri e continuativi contro la minoranza limitata, certo, ma tenace e pericolosa - di abusivi o veri e propri truffatori al volante, di furbetti del tassametro, di auto senza revisione o assicurazione che cadono letteralmente a pezzi, di promozione di politiche per la diffusione capillare e obbligatoria non solo sulla carta dei Pos a bordo dei mezzi, di un test di conoscenza essenziale della lingua inglese e così via. Non si inalberino, dunque, coloro che ritengono che l'eccessiva rigidità di regole e di comportamenti, la scarsa elasticità a fronte di comportamenti certo fuori norma ma tutto sommato minori, l'inerzia nell'adattamento della Regola generale al Caso particolare, in una città dove tutto accade e tutto è consentito, possa scavare un solco forte tra cittadini e istituzioni, tra abitanti e tutori dell'ordine, nel timore che l'eccesso di zelo spalanchi, sotto il cammino del nuovo che avanza, i precipizi dell'ipocrisia, che del bisogno vero e reale di regole è il nemico più infido, proprio perché quelle regole così necessarie le rende una barzelletta, levando loro senso, verità e necessità.
Apriamo allora le porte e i cuori a multe fatte così, quasi per dispetto. Sorridiamo a sanzioni che, invece di guardare alla sostanza di una città che dà la sensazione di essere sempre a un passo dalla rovina, puntano tutto sulla forma, che esagerano nel prevedere confini e paletti. E pazienza se agli occhi dei soliti disfattisti daranno l'impressione di essere in gran parte moralistiche, discriminatorie, invasive e, in ultima analisi, totalmente inefficaci se non precedute da una seria definizione di che cosa è urgente e che cosa no, che cosa viene prima e che cosa viene dopo, che cosa è percepito come serio, necessario, irrinunciabile, e che cosa deve e può invece essere riservato a un secondo momento, nella convinzione che non ci si può limitare ad abbattere se prima non ci si è preoccupati di costruire.
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Il Mattino