Napoli, le multe “a dispetto” nella città sul baratro

di Piero Sorrentino
Domenica 25 Agosto 2019, 09:00
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Prima la multa alla partoriente in autobus senza biglietto, notizia che ha fatto ridere un po' tutti solo perché noi poveri stolti non siamo stati, viceversa, all'altezza di percepire l'importanza di un simile gesto civico dei controllori. Poi, qualche giorno dopo, i verbali staccati dalla polizia municipale ai tassisti in servizio con i pantaloncini da mare. Insomma, i segnali ci sono tutti, e sono oggettivi, evidenti, incontestabili: se Napoli non è ancora come Zurigo, la via intrapresa per raggiungere il nitore sociale e urbano della grande città svizzera è certamente quella giusta. Se per voi la vacanza a Napoli è sinonimo di rilassatezza morale, mettetevi il cuore in pace: questa estate ha dimostrato finalmente, una volta per tutte, che qui non c'è trippa per gatti. Con una frenetica attività di controllori e vigili urbani, la scure della Giustizia che troppe volte aveva chiuso un occhio, anzi tutti e due, e che aveva negli anni scorsi aveva tollerato e lasciato correre si è abbattuta con tutto il peso della sua forza implacabile sui pericolosi comportamenti deviano che ammorbano Napoli. Che, come detto, ha deciso una buona volta di darsi finalmente un tono, accodandosi ai trend più diffusi in tutti gli spazi europei che contano: diventare una città ordinata, regolata, dalla quale ogni increspatura viene piallata senza pietà, ogni mucchietto di sporco residuo spazzato via col massimo rigore. Qualcosa di molto simile a Seahaven, la città di plastica del film The Truman show, con le casette bianche tutte uguali e i vialetti con l'erba potata.

I cittadini napoletani non aspettavano altro, pronti come sono proprio per naturale inclinazione a condurre una esistenza monacale, silenziosa, disciplinata. Messo in soffitta il vecchio lassismo, benvenuti quindi nella nuova Napoli che fa la guerra alle donne incinte senza biglietto a bordo dei bus e ai tassisti in pantaloncini. E adesso, per favore, non saltino su i soliti benaltristi, pronti a sostenere che, va bene il decoroso abbigliamento degli autisti, ma forse sarebbe il caso, prima delle multe per l'outfit, di interventi seri e continuativi contro la minoranza limitata, certo, ma tenace e pericolosa - di abusivi o veri e propri truffatori al volante, di furbetti del tassametro, di auto senza revisione o assicurazione che cadono letteralmente a pezzi, di promozione di politiche per la diffusione capillare e obbligatoria non solo sulla carta dei Pos a bordo dei mezzi, di un test di conoscenza essenziale della lingua inglese e così via. Non si inalberino, dunque, coloro che ritengono che l'eccessiva rigidità di regole e di comportamenti, la scarsa elasticità a fronte di comportamenti certo fuori norma ma tutto sommato minori, l'inerzia nell'adattamento della Regola generale al Caso particolare, in una città dove tutto accade e tutto è consentito, possa scavare un solco forte tra cittadini e istituzioni, tra abitanti e tutori dell'ordine, nel timore che l'eccesso di zelo spalanchi, sotto il cammino del nuovo che avanza, i precipizi dell'ipocrisia, che del bisogno vero e reale di regole è il nemico più infido, proprio perché quelle regole così necessarie le rende una barzelletta, levando loro senso, verità e necessità. 

Apriamo allora le porte e i cuori a multe fatte così, quasi per dispetto. Sorridiamo a sanzioni che, invece di guardare alla sostanza di una città che dà la sensazione di essere sempre a un passo dalla rovina, puntano tutto sulla forma, che esagerano nel prevedere confini e paletti. E pazienza se agli occhi dei soliti disfattisti daranno l'impressione di essere in gran parte moralistiche, discriminatorie, invasive e, in ultima analisi, totalmente inefficaci se non precedute da una seria definizione di che cosa è urgente e che cosa no, che cosa viene prima e che cosa viene dopo, che cosa è percepito come serio, necessario, irrinunciabile, e che cosa deve e può invece essere riservato a un secondo momento, nella convinzione che non ci si può limitare ad abbattere se prima non ci si è preoccupati di costruire.
 
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