Il rumore degli aerei e il fragore delle bombe che cadevano a poca distanza. La terra che tremava, i palazzi che crollavano e le urla di chi fuggiva per mettersi in salvo. In...
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Una bambina che tutti conoscevano, ma di cui fu persa l’identità. Oggi – dopo 76 anni – quella storia rivive ed a Ketty è stato restituito un volto. E’ il volto di una donna segnata da quel parto così sofferto e desiderato. Di una donna che si commuove ascoltando la sirena antiaerea che accompagnò i suoi vagiti. Tornando in quel luogo, sotto il palazzo Serra di Cassano, Caterina ripensa alla madre e al padre che lì – nonostante tutto – non ha mai voluto portarla.
«Mio padre non voleva venire qui – racconta – perché il ricordo di quelle sofferenze era forte. Le difficoltà e la mancanza di cibo per me e per mia madre segnarono la nostra vita fin dai primi giorni. Mi era stato raccontato di come si svolsero i fatti, ma non conoscevo questi luoghi. Oggi vedendoli rimetto i tasselli al loro posto e capisco quanto sia stato difficile. Mi sono trasferita a Novara quando ero ancora giovane, ma il legame con la mia terra non l’ho mai sciolto. Volevo tornare per visitare questo posto. Perché lo dovevo a mia madre che fatto qualcosa di cui neanche io sarei capace. Ma lo ha fatto anche grazie ad un quartiere che non si è tirato indietro».
Proprio dal quartiere – e dai suoi giovani abitanti – arrivò il vero aiuto. Un bambino su ogni gradino del ricovero, fu posizionato dagli ufficiali fascisti per rendere più rapido il passaggio delle bacinelle d’acqua. Questo velocizzò e rese più agevole il parto di Anna che in quel momento ebbe tutti vicino.
«Sappiamo che anche i ragazzi più grandi parteciparono a queste operazioni – afferma Marco Minin della Galleria Borbonica – perché la vicenda è ricordata nei dettagli. La cosa sorprendente è che anche l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda di questa nascita. Ce lo raccontò quando venne a trovarci e forse anche lui diede il suo contributo. Dopo anni di ricerche è stato emozionante portare qui Ketty. La sua storia potrà essere raccontata in maniera differente. Potrà essere tramandata ricordando anche il suo volto. Da oggi il Monte di Dio torna a riappropriarsi di una parte importante del suo passato».
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Il Mattino