Galata Seaways, sette ore di paura nel golfo di Napoli: ma non c'è l'accusa di dirottamento

La Procura indaga per porto d'armi da taglio. Immigrati in ospedale e nei centri accoglienza

Le forze speciali a bordo della nave
All’indomani dell’intervento della brigata marina “San Marco” sulla nave turca al largo di Ischia, sono quindici gli immigrati fatti sbarcare a Napoli, tra...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

All’indomani dell’intervento della brigata marina “San Marco” sulla nave turca al largo di Ischia, sono quindici gli immigrati fatti sbarcare a Napoli, tra cui due donne, una delle quali incinta, due minori e tre uomini trovati in possesso di due coltelli e un taglierino e, per questo denunciati, per porto d’armi. Si tratta di iracheni, siriani e iraniani in fuga dai loro Paesi e clandestini a bordo della Galata Seaways, portata in rada a Napoli venerdì sera a conclusione dell’operazione dei marò intervenuti dopo la richiesta di soccorso lanciata dai marinai turchi. 



«Sette ore di paura», il racconto emerso dalle testimonianze di chi era a bordo. Hanno avuto paura i ventidue uomini dell’equipaggio temendo un dirottamento, e hanno raccontato di aver avuto paura i quindici migranti: «Quando ci hanno scoperti abbiamo temuto che ci fermassero per rimpatriarci», hanno raccontato agli inquirenti napoletani. «Appena abbiamo visto le forze speciali ci siamo sparpagliati». Qualcuno si è nascosto sotto i camion, altri sopra i container. La Galata Seaways è una nave mercantile che trasporta autocarri. I migranti clandestini si erano introdotti forse in uno dei camion caricato a bordo. Sulla vicenda indaga la Procura di Napoli, il fascicolo è affidato al pm Enrica Parascandolo e le attività investigative sono svolte dal Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria, dal Roan (reparto operativo aeronavale) della guardia di finanza e dagli agenti della squadra mobile napoletana. 

Al momento non è contestato il reato di dirottamento, ipotesi tra le prime al vaglio degli inquirenti. L’unica denuncia è scattata nei confronti dei soli tre migranti in possesso di piccoli coltelli. Tra i clandestini sorpresi a bordo della Galata Seaways, quattro sono stati portati all’Ospedale del Mare (oltre alle due donne, uno è stato ricoverato in stato di ipotermia, un altro medicato per una distorsione alla caviglia) e gli altri, per lo più ventenni, sono stati trasferiti in una struttura di accoglienza individuata dalla Prefettura mentre i due più giovani in un centro per minori. Intanto ieri, poco dopo mezzogiorno, la nave turca ha ripreso il mare alla volta di Seté, in Francia.

Il mercantile era partito mercoledì dal porto di Topcular, in Turchia, e venerdì pomeriggio, mentre viaggiava a novanta miglia a sud di Napoli, ha lanciato un sos. Il comandante della nave ha riferito agli inquirenti di aver sorpreso due clandestini, armati di coltello, che si aggiravano nei pressi della zona macchine dove però non erano riusciti a entrare. Quindi, ha dato l’allarme. La segnalazione è stata rivolta alla guardia costiera francese che ha avvisato quella italiana. Di qui il blitz delle forze speciali, con l’impiego di due elicotteri, per individuare i clandestini e portare la nave in salvo. Non è ancora chiaro l’uso che i migranti sorpresi a bordo volessero fare dei coltelli, qualcuno si è giustificato sostenendo che servissero per tagliare i teloni dei camion e creare nascondigli. Per ora la Procura di Napoli non contesta il reato di dirottamento né ipotesi di violenza o sequestro di persona. Le indagini proseguono ma al momento non sono stati adottati provvedimenti e non risultano indagati. Equipaggio e immigrati sono stati ascoltati nella veste di persone informate sui fatti. 



E mentre si delineano i contorni della vicenda, Assarmatori ha voluto esprimere riconoscenza alle forze speciali: «Le forze della Marina militare - afferma il presidente Stefano Messina - hanno dimostrato al mondo, ancora una volta, come l’Italia possa contare su professionisti formati e preparati, pronti a mettere a rischio la propria vita per difendere il nostro Paese e gli equipaggi del naviglio mercantile. Una risorsa particolarmente importante per l’Italia, che si trova sulla linea del fronte del Mediterraneo».
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino