La città vuota è ormai solo una famosa canzone di Mina. O un ricordo del Ferragosto ai tempi del «chiuso per ferie», dei cartellini attaccati sulle...
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Qualche museo nei giorni dell'Assunta avrà i portoni con il catenaccio. Proprio a Ferragosto forestieri e napoletani (finalmente turisti di sé stessi) dovranno fare a meno del Pan, del Madre e del Diocesano. La stragrande maggioranza dei siti (pinacoteche, siti archeologici e parchi) della provincia saranno, comunque, a disposizione dei turisti e di chi godrà a casa il ponte estivo. Ieri, per ragioni di sicurezza, a causa del forte vento che si è levato, il Parco Virgiliano di Posillipo è stato sbarrato.
È evidente a tutti, ormai: Napoli ad agosto è sempre più aperta. Certo i negozi non-food sono tendenzialmente proibiti. Tocca aspettare settembre. Ma la diffusione degli store monomarca e la persistenza di quelli a conduzione familiare spingono a non tenere sguarnita l'attività commerciale e ad approfittare dell'invasione dei turisti. Non dovrebbero, quindi, esserci eccessivi problemi, fanno sapere dalla Camera di Commercio, nei giorni del ponte, facciamo da domani al mercoledì: non si scenderà troppo sotto la soglia del 60 per cento, almeno in centro. Persino bookstore come la Feltrinelli non lasceranno soli i lettori. Sempre aperti tranne che il 15 agosto, quando si potrà entrare solo in quello di Napoli Centrale e in quello di Capodichino, giusto per marcare i flussi degli stranieri, dei pendolari e degli ultimi napoletani in partenza. Garantita l'aspirina, e meno male. Nel ponte dell'Assunta resteranno a disposizione ininterrottamente almeno due farmacie per Municipalità, oltre quelle che hanno i turni già definiti.
La ristorazione, soprattutto lo street food, particolarmente appetita dal turismo al risparmio, prevalente a Napoli, non mancherà l'appuntamento. Si stima che tra il Lungomare (dove le pizzerie lavorano a pieno ritmo proprio con i forestieri) e nel Centro Antico, dove prevale il cibo di strada, dovrebbe essere disponibile l'80 per cento dei tavoli. Certo non è ancora la città turistica che tutti vorrebbero, ma la nave va. Gli stabilimenti balneari marceranno a pieno ritmo ed era scontato, ammesso che il tempo non si guasti o che si aggiusti in tempi rapidi, come annunciano le previsioni meteorologiche. Nessuno resterà senza un panino, una pizza fritta, un cuoppo di mare, ma fuori dal giro più strettamente turistico saranno in tanti i ristoranti a chiudere. Basta un piccolo sondaggio, random e senza ambizione di completezza, per scoprire cucine spente e tavole che non vengono imbandite. «Nennella» ai Quartieri Spagnoli, che pure è meta ambita dai turisti in cerca di prezzi buoni e di folklore, ha chiuso ieri e riaprirà a settembre. «Mimì alla Ferrovia» non nutrirà gli affezionati clienti per lo stretto indispensabile: tre giorni soli, da domani a mercoledì. Il «Leon d'oro» a piazza Dante è andato in vacanza ieri e ridà appuntamento al 22 agosto. «Le Figlie di Iorio», a via Conte Olivares (zona piazza Bovio), è già chiuso e se ne parla lunedì 28. Lo stellato «Palazzo Petrucci» a Posillipo per tutta la settimana di Ferragosto servirà solo di sera, a pranzo vi arrangiate e la settimana successiva sarà completamente chiuso. Ovviamente resta inarrivabile «Pintauro» a Toledo, non come ristorante ma come custode della tradizione dolciaria napoletana: ha chiuso all'inizio di luglio. E come, ogni anno, ha affisso alla serranda un foglio in cui annuncia che riapre a settembre, senza specificare il giorno. Le ricce e frolle possono attendere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino