Mentre il Comune di Napoli chiede - tramite un avviso - la partecipazione dei cittadini per la cura del verde pubblico, a San Pietro a Patierno c'è già chi lo fa...
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Da lunedì scorso sul sito del Comune è presente l'avviso pubblico per «esternare manifestazioni di interesse per l'acquisizione di proposte di collaborazione fra cittadini e amministrazione per la cura del verde urbano - si legge in una nota - Ciò per dar seguito alla delibera di giunta comunale 63 del 1 marzo 2019». Con questa attività il Comune ha stabilito dunque di «implementare, favorire e incentivare, in fase del tutto sperimentale, forme di collaborazione fra cittadini e amministrazione». In particolare - si legge ancora nel comunicato - con questo atto «le associazioni e i comitati che operano nel settore ambientale potranno formulare proposte progettuali e operative di pronta realizzabilità, per la cura del patrimonio verde urbano e a sostegno della gestione e della manutenzione, nel rispetto delle norme e degli strumenti urbanistici vigenti, indicandone costi, tempi e mezzi di finanziamento, senza oneri per l'ente». «In realtà è ciò che noi già facciamo da anni - commenta Michele Attanasio, presidente di Città senza periferie, onlus nata nel 2006 - specie con il fondamentale supporto di pensionati del quartiere che, stufi di vedere gli spazi pubblici abbandonati, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e prendersene cura».
I giardinieri fai da te sono pensionati tra i 62 e i 73 anni e, con il supporto di volontari più giovani, ogni giorno curano il verde e l'arredo urbano di San Pietro a Patierno. Tra gli spazi c'è l'orto sociale all'interno del plesso Sanzio, in via Rosa dei Venti, che fa parte dell'istituto comprensivo Radice-Ammaturo: un orto che ricade nel progetto Scuola Viva, che in genere parte da marzo fino a giugno, ma che è sempre ben curato in ogni periodo dell'anno e il cui raccolto viene distribuito dagli anziani volontari agli alunni. Ma chi sono i nonni-giardinieri? «Sono un ebanista in pensione - si presenta Alberto Montella, veterano del gruppo - e oltre alle aree verdi mi occupo della manutenzione delle panchine in legno nel quartiere. Sono una decina. Erano in uno stato pietoso, logorate nel tempo, molte vandalizzate e io le ho riverniciate perché almeno le mamme e i bambini possano sedersi d'estate». Un lavoro certosino che Alberto svolge con l'ausilio di Pasquale Ardire, Gennaro Cinque, Luigi Braciglianese ed altri volontari: «Oggi le panchine sono come nuove e almeno due volte l'anno ne curiamo la manutenzione con un trattamento contro freddo e caldo». A ripulire alberi e aiuole che vengono irrorate d'acqua e concimate ci sono anche Luigi Sigillo, Ciro Borriello, Salvatore Braciglianese: «Noi utilizziamo nello specifico il decespugliatore e il rasaerba per tenere pulito l'immenso prato della scuola, completamente abbandonato e coperto dalla vegetazione, nonché gli alberi a basso fusto». «Ormai i giardinieri della VII Municipalità sono una razza in via di estinzione - ironizza Michele Attanasio - Da queste parti non si vedono più. Se non fosse per questo gruppo di arzilli vecchietti che hanno un forte senso civico, per questa scuola e non solo sarebbe impossibile poter fruire degli spazi verdi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino