Non hanno mai avuto alcuna forma di attenzione nei confronti dei più piccoli, dei bambini, di quelli che non possono reagire. Anzi, in questa storia di spari in piazza...
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Droga nascosta nel comprensorio della scuola (ovviamente estranea a queste vicende), stock di sostanze stupefacenti occultate in un posto ritenuto sicuro, ma facilmente raggiungibile per chi vive nel bronx, specie nelle ore notturne, quando è praticamente impossibile monitorare l'intera area.
Parole che hanno messo in moto verifiche da parte delle forze dell'ordine, in uno scenario che sembra tornato pienamente sotto controllo - ma che bastano comunque ad evidenziare il senso di impunità di boss e gregari. Come lo scorso nove aprile alle 8.45, sempre a San Giovanni, nel cuore del rione Villa, a pochi passi dalla scuola elementare Vittorino Da Feltre. Ricordate quelle immagini? Uno zainetto di spider man di un bambino di soli tre anni abbandonato a terra, undici colpi esplosi al termine di un lungo appostamento, Luigi Mignano ucciso e riverso nel suo sangue e un'auto crivellata di proiettili. Lì dentro, accovacciato nel sedile accanto alla guida, c'è un piccolo miracolato: ha tre anni e stringeva la mano del nonno, l'uomo ucciso con un colpo al petto. Prontezza di riflessi, paura, le mani sul viso mentre si accovaccia mentre viene inondato dal vetro dei finestrini distrutti. Per gli inquirenti (ma anche per il gip Valeria Montesarchio che ha convalidato i fermi dello scorso quattro maggio) non ci sono stati dubbi: i killer (tutti legati al clan D'Amico-Mazzarella) vanno arrestati anche per il tentato omicidio del piccolo con lo zainetto, per quel bambino uscito di casa assieme al nonno (ucciso) e al padre (ferito) per andare all'asilo. Cartoline dall'inferno, rabbia e dolore che investe anche i più piccoli, come accaduto in quel maledetto pomeriggio del tre maggio. In cella Armando e Antonio Del Re con l'accusa di triplice tentato omicidio (difesi dai penalisti Claudio Davino, Antonietta Genovino e Leopoldo Perone, respingono le accuse). Volevano uccidere Salvatore Nurcaro, hanno ferito anche Noemi e la nonna, resta ancora poco chiaro il movente. Inchiesta condotta dai pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino, sotto il coordinamento dell'aggiunto Giuseppe Borrelli e dello stesso procuratore Gianni Melillo, si scava nel mondo della droga. Riflettori puntati su Antonio Marigliano, alias o silano, a sua volta indicato come il referente di Armando Del Re. Affari di droga dietro il raid di piazza Nazionale, ma anche dietro la guerra dei D'Amico-Mazzarella contro i Rinaldi del rione Villa (quella dell'omicidio dello zainetto), gli stessi affari che spingono un gruppo criminale a nascondere stock di stupefacenti «nell'istituto scolastico che sta nella zona del laghetto», per dirla con le parole dell'ultimo pentito di Napoli est. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino