Il Consiglio comunale ha approvato le delibera per aderire alla norma spalma-debiti inserita nella Legge di Bilancio. Il voto, per appello nominale, ha registrato 24 sì, si...
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Prima di approfondire quello che è un autentico giallo politico sul quale de Magistris ha insistito anche nei giorni scorsi, è utile entrare nel dettaglio delle delibere approvate. Nella sostanza, questi atti stabiliscono sia l'adesione allo spalma-debitisia la rimodulazione del piano di riequilibrio da spalmare in 20 anni, debito che ammonta a un miliardo e 890 milioni.
Torniamo al giallo, alla guerra della mail con sullo sfondo un de Magistris che ha più volto distinto tra Pd e Valente: «Il Pd lo ringrazio - ha detto - senza non ci sarebbe stata la norma ma nel percorso che ha condotto alla legge di Bilancio non tutti hanno tifato per Napoli». Nella sua ricostruzione de Magistris ha parlato dell'emendamento che avrebbe di escluso Napoli dallo spalma-debiti: «Alle 9 del 14 dicembre - ha detto l'ex pm - ci viene comunicato dalle forze politiche oggi confluite in Liberi e Uguali dell'emendamento presentato a seguito di una serie di incontri politici. Ho ho contattato il presidente della Commissione Francesco Boccia e il presidente dell'Anci Antonio Decaro, mandando sms in cui mettevo per iscritto cosa sarebbe accaduto se fosse passato quell'emendamento. Era una norma vergognosa. Poco dopo mi è arrivato il messaggio: emendamento accantonato». Quindi si è rivolto alla Valente: «Non raccontiamoci la storiella che erano tutti tifosi di Napoli, e lei onorevole Valente facendo l'esegesi della norma mi ha fatto capire che quell'emendamento è suo. La storia è cambiata per un mio intervento personale, presso i massimi vertici istituzionali e del Pd perché sono il sindaco e io la città la difendo». De Magistris, in buona sostanza, insinua che nel Pd ci fosse una spaccatura, che una parte del partito voleva affossare Napoli. Pronta la replica della Valente. «Finalmente - ha detto la parlamentare - il sindaco riconosce il ruolo fondamentale del Pd per varare la norma, però vorrei dire che il Pd se voleva affossare Napoli non avrebbe semplicemente presentato la norma che tra l'altro toccava anche Palermo guidata da Enzo Bianco. Lei dice che vogliamo tenere Napoli al guinzaglio? Non è così, la norma è stata stringente perché è giusto che dopo avere avuto questa ennesima occasione il Comune metta in campo quello che è utile per risanare i debiti e spieghi il perché sulla riscossione e sulla dismissione del patrimonio è stato fatto nulla». Quindi le date. Il sindaco parla di un emendamento del 14 dicembre, giorno dell'approvazione in Commissione Bilancio alla Camera, la Valente lo sfida: «Lei è in ritardo di una settimana, se ha le mail dovrebbe avere la mia che è stata inviata il 7 dicembre e che è stata trasformata esattamente nella norma spalma-debiti votata il 14 in Commissione bilancio». Veniamo agli due parlamentari a iniziare da Marchi: «Dispiace dice - che il protagonista di dichiarazioni fantasiose sia de Magistris, sindaco di un'importante città e vicepresidente dell'Anci, con cui molto abbiamo interloquito su questa, così come su tante altre norme della legge di Bilancio». Parola a Boccia: «La Commissione Bilancio della Camera, su richiesta dell'Anci, ha fatto fino in fondo la sua parte per sostenere i tanti Comuni italiani in difficoltà, tra cui c'era anche Napoli. In particolare, l'emendamento detto salva-Comuni è stato presentato in Commissione da Marchi in accordo con tutto il Pd, che poi l'ha sostenuto, votato e approvato in via definitiva». Boccia conclude così: «L'emendamento Marchi, redatto con la collega Valeria Valente, ha avuto come da regolare procedura il parere favorevole del Governo ed è stato approvato da una larga maggioranza a partire dal Pd. Trovo oggi fuori luogo dal punto di vista istituzionale ogni polemica. Con il Sindaco ci siamo confrontati, così come con gli altri sindaci nelle stesse condizioni; la mediazione finale che soddisfa tutti è stata voluta dal Pd e dalla stessa onorevole Valente. Del resto, mi pare che correttamente anche de Magistris abbia ammesso che, senza il contributo fondamentale del Pd, la norma non sarebbe stata approvata».
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Il Mattino