«Basta identificare la Sanità con Gomorra e la camorra, basta dire che si spara e basta» insomma, il grido parte dalla gente, dai commercianti, dalle parrocchie...
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Di storie ce ne sono tante, come quella del barbiere Sasà Noviello, bottega storica del quartiere dove i giovani che entrano da apprendisti ne escono anni dopo come padroni di un mestiere antico e sempre affascinante. Giovani rubati alla strada, anche chi non è andato a scuola. Da quella bottega ne sono usciti tanti: c’è chi è rimasto alla Sanità e si è messo in proprio e chi invece ha aperto la sua attività altrove. La morale quale è? Che nel quartiere si impara a lavorare se c’è una opportunità. Che dire poi della piccola «Medina» della Sanità di Giuseppe Giovinetti? Un negozio etnico, alla Sanità l’accoglienza e l’integrazione è naturale come il sole che sorge la mattina: «La strada della pace - spiega Giovinetti - è un moto di ribellione che nasce nella chiesa di San Vincenzo insieme a padre Zanotelli e Padre Loffredo, dopo le ultime sparatorie, le stese. Ci siamo detti che bisognava fare qualcosa e tutto il quartiere ha reagito, in pochissimi giorni, grazie a Poggiani, abbiamo organizzato la manifestazione. Non una fiaccolata ma un quartiere aperto». Alla Sanità la monnezza si trasforma letteralmente in oro, in gioielli, Massimo «’o scienziato», ex lavoratore delle fabbriche di scarpe chiuse per la crisi, ma con il pallino dei computer insieme ad un altro gruppo di ragazzi, ha pensato bene di chiedere ad Asìa di potere accedere allo smaltimento dei computer.
Dentro i Pc c’è metallo nobile ed è stato estratto, e sono stati fabbricati dei gioielli, mancano le ultime pratiche, poi con la regia di don Antonio Loffredo l’idea è di vendere questi gadget molto particolari e belli ai turisti che a frotte stanno affollando i siti archeologici del quartiere a iniziare dal cimitero delle Fontanelle. Gente industriosa quella della Sanità, è diventata una star della gastronomia Ciro Oliva premiato anche dal Gambero Rosso, per le sue pizze, non c’è giorno, ora della settimana, che non ci siano file lunghe per entrare in un locale gremito da gente che viene da tutta la città. Carlo Leggeri dell’associazione «Celanapoli» che ha la sede in via Santa Maria Antesaecula, un ingegnerie con il pallino dell’archeologia, ha letteralmente scavato la necropoli greca che attira turisti da tutto il mondo.
Ecco, il motivo dell’evento di domani è questo: far scoprire l’altra Sanità, la maggioranza operosa ed onesta. La festa ci sarà e sarà straordinaria, sei punti musicali fino alla chiesa di San Vincenzo, prodotti locali, siti aperti, ed esibizioni di artisti come i 99 Posse, Franco Ricciardi e un’altra trentina che suoneranno e canteranno rigorosamente gratis e con gioia fanno sapere. Ci sarà O’ Zulù e Massimo Jovine, E’ Zezi, Ivan Granatino, Oyoshe, Peppoh. Poi aperitivi, dj set, artisti di strada, street food, siti culturali aperti. E poi Sanitansamble, i giovani del quartiere che suonano. «Insomma il Rione Sanità invita la città di Napoli a vedere il quartiere come non lo avete mai visto» chiosa Poggiani. Una sfida del quartiere lanciata insieme alla chiesa, alle Associazioni e al Comune che ha fortemente appoggiato l’iniziativa: «Per noi - spiega il sindaco Luigi de Magistris - Natale è ovunque soprattutto alla Sanità». Il progetto di «Sanità tà tà» è a lungo termine, la sfida è proporre questa inziativa tutti gli anni l’8 dicembre. Si comincia alle 18,30 e si andrà avanti almeno fino alla mezzanotte.
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Il Mattino