Giù l'ex cinema, nuovo crollo nel Lavinaio: «Qui sta cadendo tutto»

Giù l'ex cinema, nuovo crollo nel Lavinaio: «Qui sta cadendo tutto»
Il Lavinaio sta andando in frantumi. Il crollo dell'ex cinema Vesuvio nel quartiere Pendino, avvenuto ieri nel primo pomeriggio, ha fatto tremare la terra e i residenti dei...

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Il Lavinaio sta andando in frantumi. Il crollo dell'ex cinema Vesuvio nel quartiere Pendino, avvenuto ieri nel primo pomeriggio, ha fatto tremare la terra e i residenti dei vicoli nel ventre di Napoli. Per miracolo, non si è ferito nessuno, ma il cedimento di una parte interna del palazzo abbandonato che un tempo ospitava film e spettatori non è che l'ultimo segno della fragilità di una fetta di città devastata: «Serve assolutamente un piano di edilizia straordinaria per il Lavinaio spiega il presidente della II Municipalità Francesco Chirico Perché è il territorio messo peggio in tutta Napoli». I palazzi, qui, non hanno praticamente più colore. L'intonaco è solo un ricordo: le facciate sono tutte grigio cemento e verde delle reti di protezione. Ad appesantire la situazione si aggiunge il fatto che «si tratta di una zona di mercato e molto popolosa», denunciano residenti e commercianti.

 
Un'esplosione tremenda, poco dopo pranzo. La parte interna dell'ex cinema Vesuvio crolla improvvisamente su se stessa. Il cedimento lo sentono centinaia di residenti, che si fiondano in strada o si affacciano su via Lavinaio col cuore in gola. Arrivano subito i pompieri e le forze dell'ordine a mettere in sicurezza la zona. Più due ambulanze, che non servono, perché non si è fatto male nessuno. È domenica 2 giugno: passa poca gente. La fortuna nel dramma. Ma il crollo resta. Per ironia della sorte, il Lavinaio, il reticolo di vicoli che si snoda tra piazza Mercato, Porta Nolana, Rettifilo e confina col mercato degli immigrati di piazza Garibaldi, prende il nome dal fiume di fango, il «lavenaro» appunto, che si formava nei secoli passati dopo violenti acquazzoni. È ancora così. Le cause del crollo dell'ex cinema Vesuvio, infatti, secondo le prime valutazioni dei Vigili del Fuoco, dipenderebbero da infiltrazioni d'acqua dovute alle forti piogge degli ultimi giorni. Le verifiche continueranno in queste ore. C'è da capire se ci sono altre strutture a rischio nell'edificio.

«Quando c'è maltempo e piove lamenta Giovanni Attanasio, titolare dell'omonimo ristorante pizzeria cadono calcinacci ovunque. Gli interventi in cui vengono apposte le famose reti verdi sui cornicioni non hanno mai seguito. Queste reti rimangono lì praticamente per sempre. I turisti stanno cominciando a passare in tanti dal Lavinaio, e nemmeno per loro è un bello spettacolo. I cantieri qui, come spesso accade, vengono aperti e non vengono completati per mancanza di fondi o altre ragioni. Ci sentiamo abbandonati». «La situazione è tragica sospira Samuele Marigliano, un residente Serve un intervento strutturale nella zona. I crolli di calcinacci avvengono di continuo. Gli edifici sono quasi tutti fatiscenti a via Lavinaio, via Sovramuro, via Cesare Carmignano e nei vicoli adiacenti. Servirebbe una politica interventista. Parecchi palazzi privati sono rovinati, vecchi, con le facciate scolorite. Inoltre, va considerato che il Lavinaio è anche una zona di mercato, e questo rende la situazione molto pericolosa. Ci sono numerosi negozi al minuto, pescivendoli, giocattolai, oltre che grossisti. E, a ridosso di piazza del Carmine, anche il sistema fognario e delle acque di scarico è completamente abbandonato a se stesso. Abbiamo paura». Già, piazza Mercato, col progetto Unesco in difficoltà, è un'altra storia, ma non troppo.


Ruderi abbandonati (come la palazzina dell'ex cinema Vesuvio) e mercato (con negozi e bancarelle di ogni tipo, da Porta Nolana al Rettifilo). Abbandono e densità abitativa. È un territorio di contrasti, il Lavinaio: «Serve assolutamente un piano di edilizia straordinaria per questa zona del quartiere Pendino spiega il presidente della II Municipalità Francesco Chirico perché è quella messa peggio in tutta la città, con almeno il 10 % dei palazzi a rischio. A tal proposito, ricordo che la Regione Campania da diversi anni ha interrotto i finanziamenti al progetto Sirena che favoriva i privati nelle spese di ristrutturazione. Spero poi che il Comune si attivi sulla proposta di detassare la pubblicità sugli edifici privati, così da ridurre i costi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino