Napoli, l'obelisco di San Gennaro perde pezzi: crolli e paura a piazzetta Riario Sforza

Napoli, l'obelisco di San Gennaro perde pezzi: crolli e paura a piazzetta Riario Sforza
San Gennaro sta in cima alla sua guglia di piazzetta Riario Sforza da 360 anni. Ora anche San Gennaro inizia ad essere stanco di questa Napoli, ed è anche malridotto: dalla...

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San Gennaro sta in cima alla sua guglia di piazzetta Riario Sforza da 360 anni. Ora anche San Gennaro inizia ad essere stanco di questa Napoli, ed è anche malridotto: dalla guglia che domina via Tribunali cominciano a cadere pezzi di marmo. All'inizio erano solo piccole pietrine che scivolavano giù nell'indifferenza generale, adesso stanno crollando elementi sempre più grandi che non provengono dall'immensa base dell'obelisco: sono parti degli angioletti che stanno ai piedi della statua del santo patrono, quelle che si stanno sfaldando.

Così la devastazione del monumento è finalmente completa. Fino a ieri raccontavamo della base della struttura trasformata in letamaio, mostravano l'umiliazione delle bottiglie di birra piazzate fino ai punti più alti e irraggiungibili del monumento (quelle bottiglie ci sono ancora, naturalmente), adesso, però, la questione diventa differente, non c'è solo l'umiliazione all'obelisco, c'è anche il pericolo che possa sfaldarsi e crollare sulla testa dei passanti.

L'allarme è stato lanciato ieri mattina, l'ha fatto partire il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli che è stato raggiunto da un messaggio preoccupato con racconto e fotografie di quel che stava accadendo. Borrelli ha immediatamente raccolto la richiesta di soccorso e l'ha girata al Comune e alla Soprintendenza chiedendo che intervenga qualcuno per salvare la storia della città: «Abbiamo allertato la Soprintendenza e il Comune affinché si provveda celermente a mettere in sicurezza l'area e a programmare dei lavori di restauro. I nostri monumenti, così come la città, stanno cadendo a pezzi e questo non è il modo di tutelare e salvaguardare la nostra cultura e la nostra storia. Bisogna cominciare ad amministrare Napoli in maniera totalmente differente», ha detto il consigliere regionale di Europa Verde. 

Ad accorgersi dei nuovi cedimenti è stato Gianni Argentino dell'associazione San Gennaro Factory. Vive il territorio con amore e preoccupazione, ieri ha trovato quei pezzi di marmo a terra dopo aver già notato piccoli cedimenti già nei giorni precedenti, così ha deciso che non c'era più tempo da perdere: «L'obelisco sta letteralmente cominciando a cadere a pezzi, si stanno staccando marmi di dimensioni sempre più grandi che potrebbero provocare incidenti e causare danni a qualcuno. Bisogna mettere in sicurezza l'area immediatamente e poi mettere in atto un piano di recupero e di restauro dell'obelisco».

Piazzetta Riario Sforza è tornata agli onori delle cronache qualche mese fa: il nostro fotoreporter Sergio Siano si accorse (e denunciò) che nella cappellina votiva ai piedi della guglia, l'immagine di San Gennaro era stata sostituita con quella del baby rapinatore Luigi Caiafa. Una nuova sfida alla città da parte della malavita. Quella foto venne immediatamente rimossa nell'ambito della più ampia operazione sulla cancellazione dei simboli e dei murales dedicati ai malavitosi, ma la piazzetta ha continuato a galleggiare nel degrado che l'avvolge da tempo. 

Piazzetta Riario Sforza ospita la guglia di San Gennaro dal 1660. Si tratta dell'obelisco più antico fra i tre pinnacoli eretti a Napoli: quello dedicato a San Domenico, che si trova nella piazza intestata al santo, risale al 1658, quello più noto della Madonna Immacolata in piazza del Gesù Nuovo è stato innalzato solo nel 1746.

Alle spalle dell'obelisco di San Gennaro ci sono le scale dell'uscita laterale del Duomo di Napoli. Il cancello che protegge quelle scale è quasi sempre chiuso, l'isolamento favorisce il degrado che avanza con vigore. Lavvento dell'emergenza sanitaria, che ha cancellato i flussi turistici dal centro storico, ha ulteriormente contribuito alla decadenza che, adesso, ha avvolto ogni cosa.

In quel pezzetto di Napoli diventa sempre più opprimente la presenza della malavita, e a farne le spese sono anche i monumenti, pure l'obelisco di San Gennaro. Qualche settimana fa tutt'intorno all'obelisco vennero sistemate batterie di fuochi d'artificio che vennero esplose al calare della sera per celebrare una scarcerazione eccellente. A qualche metro dalla struttura antica, ed estremamente fragile, vennero esplosi petardi che erano bombe carta e fecero tremare tutti gli edifici circostanti. Proprio quelle recenti esplosioni potrebbero aver generato gli attuali guai all'obelisco, secondo ciò che pensano gli esperti. Adesso sarà necessario esaminare da vicino la struttura, comprendere cosa accade e capire come salvare quel San Gennaro che sta lassù da 360 anni e ha un gran bisogno d'essere accudito.

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Il Mattino