Napoli: cinese uccisa per rapina, preso il terzo assassino

Già condannati i due complici: Pietro Cerbone era stato “coperto” perché nipote di un boss del clan Contini

Controlli della polizia al Vasto
Su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, la Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di...

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Su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, la Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Pietro Cerbone, 32enne ritenuto gravemente indiziato di concorso in rapina pluriaggravata e concorso in omicidio volontario pluriaggravato.

La sera del 3 aprile 2011 la cittadina cinese Wu Shufen detta Angela fu trovata morta nella sua abitazione in via Attanasio. L’appartamento si presentava completamente a soqquadro e sul cadavere della donna erano presenti numerose ferite da coltellate. La vittima era rimasta uccisa nel tentativo di opporsi alla rapina di 230 euro. Nella circostanza furono individuati quali responsabili Vincenzo Rubino (classe 1992) e Lucio Di Roberto (classe 1993, minorenne all’epoca dei fatti), entrambi successivamente condannati per questo delitto con sentenze definitive.

Gli ultimi sviluppi investigativi, che hanno preso le mosse dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza anche a carico di Pietro Cerbone quale autore materiale in concorso con gli altri due soggetti già condannati. Il coinvolgimento dell'uomo, all’epoca ventenne e legato da vincoli di parentela con elementi di spicco del clan Contini del Vasto-Arenaccia - è nipote del boss Nicola Rullo, capozona del Borgo Sant'Antonio - non sarebbe mai stato svelato negli anni dagli altri indagati proprio in ragione del clima di omertà determinato dal suo spessore criminale. La misura cautelare è stata eseguita in carcere, dove l’indagato è detenuto per altri reati. 

 

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Il Mattino