TORRE DEL GRECO - Omicidio volontario premeditato con l’aggravante di aver agito per futili motivi: l’assassino di Mariarca Mennella rischia l’ergastolo e punta...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A parlare a nome dela famiglia è Anna Mennella, una delle quattro sorelle di Mariarca (le altre tre sono Assunta, Pina e Virginia; poi c’è un fratello Antonio): «Quell’uomo deve marcire in carcere – tuona e se sarà accolta la richiesta di rito abbreviato, siamo tutti d’accordo che andremo a manifestare fuori al tribunale: molti cittadini delle due città coinvolte sono con noi. È vergognoso che ci siano avvocati pronti a difendere questi vermi. Merita l’ergastolo per ciò che ha fatto: è l’unica nostra speranza per riscattare Mariarca strappata alla vita barbaramente e i due bambini, vittime innocenti di questa tragedia».
I due figli della coppia, la 15enne Assia e Salvatore di 10 anni dal momento della tragedia vivono a Torre del Greco, lei con la nonna materna Maria, vedova da quattro anni, lui con la zia Assunta. Affrontano la situazione in maniera diversa, anche per le età differenti, entrambi sono seguiti da uno psicologo e frequentano il liceo linguistico lei e le elementari lui. «Assia strappa le lettere che il padre le invia dal carcere- prosegue Anna - per lei è morto da quando ha ucciso sua madre. Salvatore, invece, chiede spesso di lui, risponde (con il supporto della specialista) alle sue missive. Ma entrambi dicono che senza la mamma sentono mancare l’aria».
Sono trascorsi otto mesi dal delitto, ma per la famiglia di Mariarca il tempo si è fermato. «Non riusciamo a darci pace – conclude Anna – è come se non fosse passato nemmeno un giorno da quella terribile domenica. Ci sentiamo in un tunnel senza luce. Mia madre non fa altro che piangere, dice che sta vivendo un’altra vita. Noi fratelli viviamo per inerzia e cerchiamo di nascondere il dolore solo per gli orfani di questa disgrazia».
Mariarchetta Mennella, detta Mariarca, era una donna molto solare, amata da amici e conoscenti e ricordata da tutti sempre con il sorriso sulle labbra. Aveva svolto diversi lavori (dalla barista alla promoter fino alla commessa) ed era stata sempre indipendente. Si era sposata con il suo aguzzino 16 anni fa, ma negli ultimi anni le discussioni erano diventate sempre più frequenti per la gelosia ossessiva di lui. Così, un anno e mezzo fa, Mariarca aveva deciso di lasciarlo e ricominciare una nuova vita con i suoi figli, trasferendosi a Musile del Piave dove lavorava come commessa in un centro commerciale. Prima dell’omicidio aveva accettato di ospitare per qualche giorno nella sua casa in via Dante Alighieri il suo ex: lui, con la scusa di cercare lavoro come pizzaiolo, in realtà voleva cercare di riconciliarsi con lei. La mattina del 23 luglio, tra le cinque e le sette, l’uomo la colpì con tre coltellate al torace e due al braccio: lei dormiva, nell’autopsia non sono emersi segni di tentativi di difesa. Dopo qualche minuto lui chiamò i carabinieri e confessò di avere ucciso la sua ex moglie. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino