Napoli, notte di sangue a Mergellina: rincorso e ucciso con una coltellata al cuore

Napoli, notte di sangue a Mergellina: rincorso e ucciso con una coltellata al cuore
La lite esplode all'improvviso, e a scatenarla è un motivo banale. Tra derelitti senza nome che per sopravvivere fanno i lavavetri ai semafori ci si contende anche la...

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La lite esplode all'improvviso, e a scatenarla è un motivo banale. Tra derelitti senza nome che per sopravvivere fanno i lavavetri ai semafori ci si contende anche la disperazione come fosse il pane. E anche il primo automobilista che si ferma ai semafori diventa oggetto di contesa. Ma questa volta a Mergellina c'è scappato il morto. Torna a scorrere il sangue sulle strade della movida cittadina: e così è morto «Zico», trafitto dalle coltellate di un «concorrente».

 
La vittima è con ogni probabilità un nordafricano dalla apparente età di 50 anni, alto e robusto, il cui corpo giace alle 21,05 ormai privo di vita a due passi dallo scintillio degli chalet del lungomare. Non aveva documenti, era un irregolare, uno dei tanti fantasmi che popolano la città. Ad assassinarlo brutalmente, con un coltellaccio lungo oltre 20 centimetri, è stato con ogni probabilità un suo connazionale, già in manette e ora ricoverato e piantonato al Cto per le fratture multiple riportate durante la colluttazione con la vittima stessa. La tragedia è maturata sotto gli occhi di decine e decine di passanti e automobilisti che a quell'ora di un sabato sera sciamavano tra Posillipo e il lungomare.
 

La lite è degenerata probabilmente per futili motivi, ma ad alimentarla sarebbe stato anche l'alcol: sulla scena del crimine, oltre all'arma bianca ancora insanguinata, restavano alcuni cartoncini di vino rosso e i resti di un povero bivacco, tentato di rendere meno triste da un improvvisato falò alimentato da pezzi di legno arso in strada. Sul posto è giunta immediatamente la polizia, che è riuscita ad ammanettare il presunto omicida. Ma per quello che tutti chiamano «Zico», per via dei capelli a treccina tipo «Rasta» che portava - un omaccione alto quasi due metri - non c'è stata via di scampo. I fendenti inferti al petto gli hanno trapassato il polmone destro, facendolo stramazzare al suolo solo a poche decine di metri dalla clinica Mediterranea e dal ristorante «Lo Squalo». Ora gli investigatori della Questura stanno esaminando le telecamere di videosorveglianza, e da quei fotogrammi potrebbe emergere la ricostruzione di un delitto che è frutto di una tragedia della disperazione. Una tragedia forse annunciata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino