Il piccolo Alex è stato operato ieri al Bambino Gesù di Roma e sta bene. A distanza di 21 giorni dall'arrivo in Italia dall'ospedale Great Ormond Street di...
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Dopo aver stabilizzato la malattia con particolari farmaci immunosoppressori (gli stessi utilizzati contro il rigetto nei trapianti) e dopo aver prelevato il midollo osseo al papà ieri dunque, con una semplice flebo è stato infuso il complesso delle cellule staminali del midollo osseo del padre. Queste cellule nell'organismo del piccolo andranno a colonizzare le cosiddette zone emopoietiche, ossia quelle presenti nella zona spugnosa interna e vascolarizzata dell'osso. Da qui, una volta impiantate, continueranno indefinitamente a produrre cloni di cellule sane. I medici sono fiduciosi sulla riuscita del trapianto. «Ci sono buone possibilità di successo spiega Fabrizio Pane, ordinario di Ematologia del Policlinico Federico II che conosce il caso per essere stato tra i primi specialisti ad essere consultati dai genitori del piccolo (la mamma è napoletana) - la tecnica è stata sviluppata da ricercatori italiani e anche se le esperienze per trattare questa particolare malattia sono ancora poche si prevedono percentuali abbastanza elevate di riuscita e di guarigione». Proprio Pane, prima che iniziasse la ricerca di un midollo compatibile e verificata la indisponibilità del genotipo nella banca mondiale che copre l'85% dei profili genetici, aveva subito indicato il padre come soluzione di compromesso.
Consiste nel prelievo di cellule staminali da donatore totalmente o parzialmente compatibile (allogenico) ed è la procedura mediante la quale si sostituisce il midollo osseo danneggiato del ricevente con un altro sano. Il prelievo avviene con la puntura di una cresta iliache in anestesia. Il contenuto del midollo osseo asportato (un misto di frammenti ossei, cellule e circa un litro di sangue) viene successivamente purificato e congelato. La degenza del donatore dura circa 24 ore. Quindi dopo la preparazione del ricevente si procede alla infusione endovena per alcune ore.
Il dramma di Alex - che risiede a Londra con i genitori italiani - ha suscitato nei mesi scorsi una gara di solidarietà partita dalla Rete: su Facebook papà e mamma avevano lanciato un appello per trovare un donatore compatibile per il trapianto. In poche settimane la Rete si è mobilitata e centinaia di persone, dal Nord al Sud dell'Italia, si sono sottoposte a un prelievo di sangue per testare la propria compatibilità, iscrivendosi anche nel registro italiano dei donatori di midollo osseo. In realtà la ricerca di un donatore compatibile per Alex è già inserita nella più ampia rete nei registri internazionali, che contano circa 30 milioni di iscritti. Ad oggi, però, non è stato trovato un donatore pienamente compatibile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino