Ospedale Cardarelli, scontro sul pronto soccorso

Ospedale Cardarelli, scontro sul pronto soccorso
Abbiamo il dovere di continuare a lavorare per garantire salute: così il manager del Cardarelli Ciro Verdoliva conclude la lunga lettera inviata alla vigilia di Capodanno a...

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Abbiamo il dovere di continuare a lavorare per garantire salute: così il manager del Cardarelli Ciro Verdoliva conclude la lunga lettera inviata alla vigilia di Capodanno a tutti i cardarelliani. Oltre ai ringraziamenti per i risultati ottenuti nel corso di un intenso anno di lavoro, il manager Verdoliva fornisce dati e numeri dei miglioramenti raggiunti nel 2018 dai Livelli di assistenza.


Numeri che impressionano e che fanno del direttore generale del Cardarelli una punta avanzata della squadra su cui può contare il presidente Vincenzo De Luca per il governo della Salute in Campania. Ma Verdoliva, inspiegabilmente, nella sua lettera liquida in sole tre righe il buco nero del pronto soccorso. Quello che negli ultimi mesi e settimane ha ancora una volta catalizzato l'attenzione delle cronache a causa di defezioni, carenze e difficoltà a coprire tutti i turni e per il perdurante eccessivo carico di lavoro dell'Osservazione breve che anziché essere un luogo di transito verso i reparti di degenza si è progressivamente trasformato in un imbuto infernale in cui sono assistititi una media di almeno 60 pazienti al giorno, il doppio di quelli programmati con inevitabili disagi per i pazienti e il personale.
 
Difficoltà su cui, a più riprese, i sindacati della dirigenza medica (prima la Cgil, poi la Cimo quindi anche l'Anaao) hanno acceso i riflettori nelle ultime settimane dell'anno appena trascorso. Area di emergenza - dice Verdoliva - che subivamo e che ingolfava l'intero complesso ospedaliero e che oramai da tempo - governiamo, nonostante gli 83.850 accessi in pronto soccorso con 750 codi bianchi bianchi, 48 mila verdi, 30mila e 600 gialli, 4.500 rossi a cui si aggiungono i 18 mila ricoveri in Osservazione breve e la movimentazione interna di oltre 50 mila pazienti.

La Cgil medici già ieri ha allertato gli organi sindacali regionali che oggi dovrebbero riunirsi per stilare un documento ufficiale, l'ennesimo, in cui ribadire la volontà di collaborazione ma anche riproporre con maggior forza le rivendicazioni già note. Si parte dalla necessità di prendere atto che proprio il Pronto soccorso del Cardarelli, la prima linea dell'ospedale, resta un luogo di vulnerabilità per cittadini e operatori in cui le barelle continuano ad assediare questo avamposto di salute pubblica. Ciò a causa dei grandi numeri con cui si devono fare i conti ma anche per le routine di trattamento e smistamento dei pazienti sui cui sarà richiesta la riformulazione formale delle procedure. Se il Cardarelli è grande lo è anche nell'emergenza e grazie all'emergenza, questo il presupposto del documento. Per cui è da questa trincea che bisogna partire - secondo i camici bianchi - per consolidare i risultati raggiunti. A cominciare da un piano dettagliato per fronteggiare l'ondata di piena degli accessi prevista a gennaio a causa del picco stagionale di epidemia influenzale.

Il manager Verdoliva ricorda, nella sua lettera, le decine di concorsi fatti, la stabilizzazione dei precari attuata e avviata per gli atipici, i concorsi in piedi per l'assunzione di infermieri e Oss su cui si è riusciti a bloccare chi ha cercato di intrufolarsi e di dribblare il criterio del merito. Ma le novità sono soprattutto nei numeri: quelli delle nuove tecnologie che facilitano le prenotazioni (e-CUPT), il via alla Cartella clinica elettronica, l'asilo nido, la partnership con l'ospedale Niguarda di Milano, le ristrutturazioni, la week surgery. Poi l'ospedale per le donne (Breast Unit per il cancro alla mammella, il percorso rosa, il Centro Dafne, la panchina rossa), i 7.500 donatori che hanno incrementato, rispetto al 2017, del 28% la raccolta di sangue.


Poi il record di 500 angioplastiche per infarto, le 230 mila prestazioni di radiologia (12.000 Rx a letto paziente, 2.100 in camera operatoria, 88.000 Tac body, 3.500 risonanze, 6 mila neurologiche, 10 mila ecografie, 800 Moc, 8 mila ecodoppler, 90 mila Rx tradizionali), i circa 35.000 ricoveri ordinari e 12.000 in Day hospital, i circa 22mila interventi chirurgici (centinaia per ogni specialità) con il riconoscimento a centri di eccellenza da parte delle societa scientifiche Un gran lavoro senza dubbio che traccia la strada ancora da compiere. A cominciare dalla funzionalità della porta girevole del pronto soccorso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino