Napoli: ospedali dimezzati per le ferie, mancano infermieri e specialisti

Allarme nei principali presidi sanitari: «Turni raddoppiati per garantire i servizi»

Boom di accessi al Cardarelli
Iperafflussi di pazienti in ospedale per l’afa e il caldo torrido, organici dimezzati nelle prime linee e nelle medicine dopo la pandemia e delle ulteriori defezioni per i...

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Iperafflussi di pazienti in ospedale per l’afa e il caldo torrido, organici dimezzati nelle prime linee e nelle medicine dopo la pandemia e delle ulteriori defezioni per i turni estivi e infine anche qualche allontanamento forzato di medici e infermieri costretti ad assentarsi per aggressioni e violenze subite da un’utenza inferocita e intollerante: eccola la miscela esplosiva che mette in ginocchio in questi giorni di un’estate infuocata, i reparti critici di ambulatori e ospedali.



La carenza di camici bianchi - medici, infermieri e tecnici - sta diventando insostenibile. A Napoli e provincia più che altrove i turni di notte e nei festivi delle prime linee vengono coperti con sempre maggiore difficoltà e due ospedali del centro come il Loreto Nuovo e il San Giovanni Bosco “viaggiano” da mesi senza il pronto soccorso e a mezzo servizio. La coperta è troppo corta: molti dottori, anche se non più giovani e oltre la soglia dei 50 e dei 60, sono costretti a rientrare dalle ferie, talvolta richiamati in servizio dai luoghi di villeggiatura per sostenere i turni di notte o nei pronto soccorso. L’allarme questa volta viene lanciato dalla Fadoi (Federazione delle associazioni dei Dirigenti ospedalieri internisti) che fotografa l’emergenza estiva per la carenza di personale acuita dalle vacanze. 

Da un’indagine condotta a Napoli e in Campania attingendo ai dati di 19 presidi ospedalieri concentrati quasi tutti in città e nella provincia (nell’ambito di un più ampio studio che su scala nazionale riguarda ben 206 strutture di ricovero), emerge che sin dallo scorso giugno il 44,7% dei medici è obbligato a coprire i turni notturni con attività aggiuntive, mentre il 28% è chiamato a garantire anche i turni in pronto soccorso (il 4,4% solo nel periodo estivo), con un numero di ore compreso tra le 12 e le 60 a settimana nel 56% dei casi mentre nel 10,5% dei casi le ore trascorse nei Pronto soccorso è addirittura superiore a 90. Una tabella di marcia impressionante che andrà avanti fino a settembre. Un quadro critico che non più di un mese fa aveva spinto il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli e provincia Bruno Zuccarelli a suonare un primo campanello d’allarme.

E intanto crescono gli accessi in pronto soccorso: da venerdì scorso alle 12 di ieri (cioè in 36 ore) Sono stati 260 i casi al San Paolo (1 rosso e 42 gialli), 236 all’ospedale del mare (di cui 16 rossi e 142 gialli) 322 ai Pellegrini (di cui 2 rossi e 27 gialli). «Un aumento del 25% rispetto a soliti accessi - spiega il manager della Asl Ciro Verdoliva - in particolare sono tantissimi gli anziani che arrivano da proprio domicilio ovvero anche da case-albergo disidratati». 

Nonostante il tempo di vacanze i medici che restano sono costretti a lavorare il doppio per non lasciare sguarniti i reparti e solo il 21% dei dottori specialisti in Medicina interna riesce ad andare in ferie per almeno 15 giorni come previsto dal contratto. Così molti fanno gli extra per coprire i turni di notte e il 74% salta i riposi settimanali. Nonostante le attività ambulatoriali diminuiscono nel 42,2% dei casi e chiudono del tutto nel 37% degli ospedali chi resta non ce la fa a soddisfare le richieste e a farne le spese è la qualità dell’assistenza che risulta compromessa nel 63% dei casi in modo sensibile. La riduzione degli organici in reparto va dal 30 al 50%.Il volume di lavoro aumenta in maniera netta e ciò incide, secondo lo studio, «abbastanza» sull’assistenza offerta ai cittadini nel 52,6% dei nosocomi, «molto» in un altro 10,5%, «poco» solo nel 26,3% dei reparti e per nulla nel 10,6%. 

«Se pur riducendo le attività d’estate gli ospedali non chiudono per ferie lo si deve – avverte il presidente Fadoi, Dario Manfellotto - ai sacrifici sostenuti dai colleghi per coprire le carenze croniche. Ecco così che il 74% tra giugno e settembre vede a volte saltare i riposi settimanali che pure dovrebbero essere sempre garantiti. Nello stesso arco temporale il 52,7% è obbligato coprire i turni notturni con attività aggiuntive, mentre il 58% è chiamato a garantire anche i turni in pronto soccorso (il 53% anche al di fuori del periodo estivo). E questo - conclude - a discapito dell’attività dei reparti e ambulatori». 

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Il Mattino