Pasqua a Napoli, Di Porzio: «Incremento turismo del 5% rispetto al 2022»

Il presidente di Confcommercio ha chiesto maggiore attenzione per il settore trasporti pubblici e sicurezza

Napoli, via Toledo gremita
Massimo Di Porzio, presidente di confcommercio della provincia di Napoli, ha parlato del turismo che in città, dopo la pandemia, sta tornando a crescere: «Sono ottimi...

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Massimo Di Porzio, presidente di confcommercio della provincia di Napoli, ha parlato del turismo che in città, dopo la pandemia, sta tornando a crescere: «Sono ottimi i numeri previsti per le festività pasquali: circa il 5% in più rispetto al 2022, con numeri leggermente inferiori alla pasqua 2019. Il maggiore indotto sarà nel comparto della ristorazione e in quello alberghiero, che trainano tutti i settori. Tornano finalmente gli americani. Speriamo che le risorse spese dai tanti turisti si distribuiscano anche in altri settori del commercio».

 Il presidente di confcommercio poi ha parlato anche dei mezzi pubblici cittadini, un tema sempre caldo durante i periodi festivi: «Per i trasporti occorre una revisione dei contratti di lavoro, come avviene nei pubblici esercizi, bisogna prevedere il lavoro anche nei giorni di festa, con premi e straordinari chiaramente predeterminati. Non è possibile che in ogni ricorrenza bisogna fare una trattativa con sei/sette sigle sindacali diverse. Così non si va da nessuna parte ed è una vergogna che i tanti turisti possano essere lasciati senza mezzo di trasporto in un giorno importante come Pasqua»

Di Porzio ha poi concluso sul tema della sicurezza e dell'abusivismo commerciale: «È necessaria una presenza massiccia delle forze dell'ordine, di giorno e di notte, nei posti più frequentati dai napoletani e dai turisti, per evitare l'imperversare di baby gang e limitare gli episodi di micro criminalità. Forse bisognerebbe pensare anche all'esercito. Infine, ho visto il dilagare negli ultimi tempi di “bancarelle” abusive, che vendono sciarpe, bandiere e gadget del calcio Napoli, spesso contraffatti e non legali. Abbiamo stimato che circa il 40% delle spese dei turisti è in gadget non conformi alle regole ed è un grandissimo danno per chi vende in maniera legale, pagando tasse e affitti di locali commerciali».

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Il Mattino