La polemica sulla refezione scolastica mancata per gli studenti di Chiaia, Posillipo e San Ferdinando si infiamma e terrà banco a lungo. Il botta e risposta tra assessorato...
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Una strategia politica per affossare il presidente Francesco de Giovanni, di frequente in netto contrasto con la politica arancione. Ci sarebbe questo dietro il pasticcio della gara per la refezione scolastica nella Municipalità 1, situazione che dovrebbe durare a lungo e non di facile risoluzione. Ieri de Giovanni ha lanciato accuse anche sui social: «Ma con quale criterio il Comune ha deciso di assegnare una ditta alla nostra Municipalità il 28 dicembre, quando la stessa ditta era già assegnata provvisoriamente solo un mese prima a un'altra Municipalità ed era stata esclusa definitivamente per anomalia dell'offerta?» scrive. «Sapendo poi perfettamente - continua - che la tempistica per la verifica dell'offerta anomala prevede oltre 15 giorni di tempo e che l'aggiudicazione andava fatta entro il 31 dicembre per poter impegnare la spesa entro l'anno? Diceva qualcuno che a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre». Ha rincarato la dose Mara Carfagna, che ha parlato di «ennesima prova di inefficienza e incapacità da parte dell'amministrazione».
A replicare ai due accusatori è l'assessore all'Istruzione Annamaria Palmieri che chiarisce di non avere voce in capitolo sulla commissione di gara, proprio come il sindaco de Magistris, perché sarebbe «un reato e non è un comportamento che la nostra amministrazione pratica né ha mai praticato né mai praticherà» definendo le accuse «puro sciacallaggio politico, condito da malcostume che non ci appartiene». Carfagna e de Giovanni non ci pensano due volte a replicare: «È paradossale che sia considerata gravissima la nostra denuncia e non, invece, l'approssimazione e la superficialità con la quale il Comune di Napoli ha messo migliaia di bambini della prima Municipalità nella condizione di non poter usufruire del servizio di mensa scolastica a partire da domani. Invece di accusare chi denuncia la loro incapacità amministrativa, gli amministratori comunali cerchino una soluzione che possa alleviare i disagi a migliaia di famiglie. Nell'attesa che risolvano questa soluzione incresciosa, suggeriamo che venga autorizzato il pasto da casa».
E sul panino regna già il caos. I dirigenti della Municipalità 1 non ne vogliono sapere e lo stanno negando, mentre i genitori insistono raccogliendo firme per riprovarci con maggior vigore nei prossimi giorni. I presidi non hanno cambiato idea neanche di fronte alla diffida degli avvocati Erich Grimaldi e Ornella Girone per l'arbitraria interruzione del servizio di refezione considerata «un grave disagio sociale all'utenza, soprattutto sotto il profilo dell'assistenza e della garanzia del diritto allo studio» e che hanno chiesto anche loro di «valutare un rimedio alternativo», ossia il panino. Per ora i bimbi restano digiuni ed escono prima da scuola, togliendo quindi ore alla didattica. Il panino però sarà da domani il pasto freddo approvato nelle scuole della Municipalità 2, come chiesto dall'assessore Palmieri alla ditta MeCa, rea di un ritardo organizzativo per i pasti caldi. Il presidente Francesco Chirico parla di una sola giornata, «da martedì si torna alla regolarità», ma dovrà vedersela con la ribellione alla scelta del panino di qualche dirigente. Come Donatella Delle Vedove della «Oberdan» che farà uscita anticipata alle 13 fino a nuovo avviso perché «non sarà erogato il servizio della refezione scolastica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino