Napoli, una petizione on line per salvare la solidarietà e il teatro di Perzechella

“Abbiamo dato il nostro supporto alla città ed alle persone più bisognose ma adesso siamo noi a chiedere aiuto ai napoletani perchè siamo in...

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Abbiamo dato il nostro supporto alla città ed alle persone più bisognose ma adesso siamo noi a chiedere aiuto ai napoletani perchè siamo in difficoltà”. Questo l'appello dei due artisti Angelo Picone – l'ultimo “pazzariello” – e Pina Andelora che lo scorso anno diedero vita all'iniziativa del “panaro solidale”. Il cestino che ha fatto il giro del mondo grazie alla macchina di solidarietà che riuscì a mettere in moto. “Chi può metta chi non può prenda” c'era scritto ed oggi Angelo e Pina, chiedono a tutti di “mettere” una firma in favore della petizione utile a salvare il teatrino di Perzechella.

Lo stabile in vico Pallonetto a Santa Chiara dove da anni si tengono spettacoli e laboratori didattici per i ragazzi a rischio del quartiere e che dovrà essere sgomberato il prossimo Giovedì. Ma non solo. Anche la casa a cui è legata la corda del panaro sembra essere in pericolo. Lo sfratto potrebbe essere dietro l'angolo e per questo i due artisti chiedono alla città un aiuto concreto in questo momento di forte necessità. «Chiediamo a tutti di darci una mano firmando la petizione – commenta Aneglo Picone – perchè il momento non è facile. Non avremmo mai immaginato di trovarci in questa situazione ma ora c'è da salvare prima di tutto la cultura. Il nostro panaro fu la punta dell'iceberg delle nostre iniziative. Ma noi siamo anche altro, Da anni siamo al fianco dei più bisognosi del quartiere e dei ragazzi a rischio. Facciamo attività e laboratori con loro per dargli un alternativa alla strada. Ora sembra essersi tutto capovolto e non sappiamo perchè. Non riusciamo ad avere un dialogo con i proprietari del teatro e della casa e questo ci rende tutto più difficile. Dopo la nostra iniziativa non ci aspettavamo niente da nessuno, ma questo era inimmaginabile». 

Proprio per questo Pina ed Angelo invitano tutti a mobilitarsi attraverso la rete ed una petizione a cui chiedono di aderire. Un modo concreto, sottolineano, per schierarsi a favore della cultura e del quartiere. «Il teatrino è la figlia che non ho mai avuto – afferma Pina Andelora – ed è doloroso il pensiero di rinunciarci. In quest'ultimo mese non abbiamo potuto pagare la luce, perchè il lavoro non c'è e non riusciamo a rispettare tutti gli impegni. Purtroppo il periodo che stiamo vivendo ci ha messi tutti in difficoltà e chiediamo solo un po' di comprensione. Vogliamo continuare ad essere gli artisti che siamo sempre stati, insieme ai ragazzi che seguiamo da anni. Non possiamo pensare che la cultura debba chiudere per sempre in questa zona. Noi ci batteremo per mantenere il nostro posto e tenere fede alla nostra vocazione. L'arte, la solidarietà e lo spettacolo sono l'essenza della nostra vita e non siamo disposti ad arrenderci».

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Il Mattino