Napoli, stanato il pirata della strada di Pianura: «Uccise operaio e scappò»

La confessione del garagista: «Sì, è vero. Quella notte ero io al volante»

Il sit in per Elvira e Mustafà, fratelli uccisi da pirati della strada
Ha confessato. Ha ammesso di aver fatto un errore. Lo ha fatto sei mesi dopo i fatti, solo quando si è visto con le spalle al muro, quando ormai era chiaro che non poteva...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Ha confessato. Ha ammesso di aver fatto un errore. Lo ha fatto sei mesi dopo i fatti, solo quando si è visto con le spalle al muro, quando ormai era chiaro che non poteva più mentire. Ha ammesso di aver travolto due uomini che viaggiavano in bicicletta sul ciglio della strada, uccidendo uno dei due, quello che stava alla guida, ferendo gravemente il passeggero. Una vicenda che risale a gennaio scorso, di cui oggi è possibile parlare grazie al lavoro investigativo del nucleo antinfortunistico della polizia municipale guidata dal comandante Ciro Esposito. È il caso dell'omicidio stradale di Mustapha Zriba, il giovane manovale travolto dall'auto di un passante a Pianura, dopo una nottata di lavoro. Venne sbalzato in aria, nella notte. Storia tristemente nota, la sua, parliamo del fratello della barista uccisa Elvira, lo scorso agosto, in via Caracciolo, da un altro pirata della strada (anche in questo caso la donna era al termine di una nottata di lavoro. 

Pianura, dunque. L'autista non si fermò all'alt. Oggi del profilo dell'investitore si sa molto, il caso - almeno da un punto di vista tecnico - è chiuso: ad uccidere Mustapha è stato un garagista, che si era assentato dal posto di lavoro. Aveva lasciato l'autorimessa, a bordo di una vettura che apparteneva a un cliente, ovviamente ignaro delle manovre notturne. Si sa che il pirata aveva preso in prestito una macchina per andare a trovare una persona, salvo poi fare ritorno al garage in fretta e furia. Un'accelerata di troppo, che ha provocato l'investimento di due uomini in sella alla bici. E non è tutto. Dopo essere scappato dal luogo del sinistro, il garagista si organizzò in modo da nascondere le tracce del delitto. Come sul set di un film giallo, ripulì il cofano dell'auto, provò a cancellare ogni traccia di quella nottata macchiata irrimediabilmente di sangue. Fatto sta che sei mesi dopo il delitto, gli inquirenti hanno le idee chiare del tentativo di condizionare lo svolgimento delle indagini. Ma proviamo a seguire l'intera traiettoria investigativa, tornando ai giorni successivi la morte di Mustapha. Sono stati gli agenti della infortunistica del colonnello Antonio Muriano ad analizzare le telecamere di via Pigna, snodo stradale decisivo per un pezzo di area occidentale, recuperando i numeri di targa delle auto in transito nelle ore notturne coincidenti con la morte di Mustapha.

Tante ricerche, che conducono a un risultato immediato: si scopre che l'auto inquadrata di notte appartiene a un pensionato che si vede raggiunto dagli agenti a casa. Trasecola: «Non esco mai di notte, non guido al buio, la mia auto era regolarmente parcheggiata in un garage della zona». È la svolta. Gli inquirenti vanno nell'autorimessa dove trovano l'auto killer con tanto di ammaccature compatibili con l'incidente che ha provocato la morte di Mustapha. Poi un altro particolare che chiude praticamente il cerchio: l'autista ha raccontato di aver fatto una manovra errata nel garage, provocando un danno alla carrozzeria che si era offerto di risarcire. Una svolta, una sorta di pistola fumante che spinge gli inquirenti a fare due più due. Inchiesta condotta dal pm Claudio Onorati, magistrato in forza al pool dell'aggiunto Vincenzo Piscitelli (che si occupa anche di reati telematici), la svolta investigativa va all'incasso anche su un altro punto: lo scorso settembre, agli atti dell'inchiesta finisce anche la confessione dell'assassino di Mustapha. Il garagista crolla e racconta: «Sì, è vero. Quella notte ero io al volante». Caso chiuso, facile immaginare la volontà della Procura di chiedere un processo a carico del pirata della strada (omicidio stradale, omissione di soccorso e lesioni gravissime), con la richiesta di archiviazione per il proprietario di un'auto che ha stroncato la vita di un ragazzo. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino