Napoli violenta, più omicidi e rapine «Le stese sono il nostro terrorismo»

Più omicidi volontari (77 a fronte dei 44 dello scorso anno quelli consumati, e 103 a fronte di 83 quelli tentati), più rapine (6342 a fronte dei 6056 casi del...

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Più omicidi volontari (77 a fronte dei 44 dello scorso anno quelli consumati, e 103 a fronte di 83 quelli tentati), più rapine (6342 a fronte dei 6056 casi del passato), più usura (40 episodi a fronte di 25) e più episodi violenti come le "stese" ad opera di gruppi di giovani criminali che mirano ad affacciarsi sulla scena del crimine approfittando dei vuoti di potere determinati nei quartieri del centro cittadino con l'arresto di capi storici.


È il ritratto di una Napoli più violenta quello tracciato attraverso i dati comunicati dal presidente della Corte di Appello di Napoli Giuseppe De Carolis nell'annuale incontro con la stampa alla vigilia della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. In aumento anche i numeri dell'azione di contrasto di magistratura e forze dell'ordine con una diminuzione dei processi pendenti sia in Corte di Appelo (-3,4%), sia al Tribunale per i minorenni e Tribunali del distretto (-13%). E in aumento gli arresti e i sequestri di patrimoni con cui Procure e forze dell'ordine combattono la criminalità organizzata. «Disarticolando interi gruppi associati - ha affermato De Carolis - si è assistito all'emersione, anche in posizioni apicali, di nuove leve di ragazzi spesso ancora minorenni». Fa riferimento alle "stese", il presidente della Corte d'appello, definendole «vere e proprie azioni di guerriglia urbana" e a fenomeni come quelli delle "rapine seriali commesse da gruppi di ragazzi molto giovani  in danno di istituti di credito, farmacie, supermercati o uffici postali». 

«Le stese sono il nostro terrorismo, sono un fenomeno allarmante che va trattato come terrorismo con la sola differenza che di fronte non abbiamo kamikaze ma persone che tengono alla loro vita». Così il procuratore generale di Napoli Luigi Riello. «Occorrono risposte concrete a questi atti di guerriglia che tendono a terrorizzare i cittadini e che non sono ammissibili». 


Intanto, un sondaggio rivela che l'omertà non è un problema del Sud. O almeno non solo. La ricerca, condotta dall'istituto Suor Orsola Benincasa, dalla fondazione Polis e dal centro Res Incorrupta, si muove su due binari: l'esame dei dati Istat sugli autori di reato scoperti al Nord, al Centro e al Sud come indicatore di omertà e l'analisi delle risposte a mille interviste svolte tra i napoletani tra giugno e dicembre 2016. Molto lavoro per scoprire inaspettatamente che si denuncia di più nel Mezzogiorno, che si denunciano più facilmente i reati legati alla criminalità comune piuttosto che quelli propri della criminalità organizzata e soprattutto, a sorpresa, che anche i reati commessi dalle mafie sono più facilmente portati alla luce con la collaborazione dei cittadini proprio nel Mezzogiorno. L'ARTICOLO


Metà dei napoletani non denuncia i crimini di camorra: vi spieghiamo perché - video di Oscar de Simone
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Il Mattino