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Produce già i primi effetti la campagna di stampa avviata quattro giorni fa dal Mattino per la valorizzazione della piazza emblema di Napoli, lasciata però da troppi anni al buio, all’abbandono, e al degrado del colonnato. La Prefettura guidata da Michele di Bari, coordinatore del tavolo tecnico dei vari enti coinvolti nelle progettazioni - che riguardano l’illuminazione, l’Ipogeo, l’assegnazione dei locali del portico e i lavori di restyling del colonnato - ha convocato una riunione per martedì. Allo stesso tempo, in merito ai ritardi, fonti istituzionali riferiscono che solo «per comporre il fabbisogno relativo al progetto ci è voluto un anno».
Dal Demanio, che è la stazione appaltante del progetto per le luci (e che è coinvolto nella gestione del Plebiscito assieme a Fec, Comune, Sovrintendenza e Prefettura) spiegano che «riguardo alla gestione coordinata della piazza, nel corso del tavolo prefettizio di martedì prossimo verrà definito un piano di azione dettagliato relativo ai prossimi mesi».
Il fabbisogno
Procediamo per ordine, dal momento che i temi in campo sono tanti. Il progetto per le luci artistiche al Plebiscito è in capo al Demanio, e deriva da un accordo tra Comune e lo stesso Demanio. Fu annunciato da Palazzo San Giacomo nel maggio del 2022. Nell’agosto del 2023 fu sottoscritto poi un protocollo tra tutti gli enti sopracitati, in presenza del ministro Piantedosi. Di risultati tangibili, però, non ce ne sono stati. Come mai questa lentezza burocratica? Fonti istituzionali accreditate spiegano che «per il documento di indirizzo alla progettazione, indispensabile per avviare lo stesso concorso alla progettazione, a tutte le corti che saranno illuminate è stato chiesto il fabbisogno: Palazzo Salerno che è delle forze armate, la Prefettura, Palazzo Reale. A tutti loro è stato chiesto cioè un regolamento delle luci, che illustrasse quando e come accenderle. Le amministrazioni impiegano due mesi per rispondere a qualsiasi domanda, e ci è voluto un anno per comporre il fabbisogno». Il «fabbisogno», in sostanza, è l’armonizzazione delle varie luci tra un edificio e l’altro del Plebiscito. Se la piazza è ancora al buio, in altre parole, è anche perché il quadro del «fabbisogno» al Demanio è arrivato completo «in un anno». Dal Demanio spiegano la cronologia: il 29 dicembre 2023 è stata formalizzata la convenzione fra Agenzia e comune per il progetto di riqualificazione illuminotecnica. Nel giugno 2024 è stato consegnato il primo studio di fattibilità cui è seguito il Dip. Questo tempo è stato necessario per definire le modalità di gestione post intervento, nonché condividere le basi per un regolamento della gestione illuminotecnica della piazza. Sono partiti gli audit propedeutici al concorso internazionale di progettazione. Riguardo al colonnato a gennaio 2025 verrà eseguito il primo lotto di interventi del colonnato.
L’incontro
Se ne riparlerà martedì prossimo, in occasione del tavolo tecnico sul Plebiscito convocato all’Ente di Governo. È stata proprio la Prefettura, inoltre, a spingere per una nuova illuminazione «provvisoria» del Plebiscito, il cui allestimento sarà avviato «entro la primavera del 2025», come spiegato dallo stesso Ente di Governo nei giorni scorsi.
Prima di allora, partiranno poi i lavori di restyling del colonnato, il cui progetto esecutivo – come abbiamo scritto nei giorni scorsi – è già stato completato dal Demanio. Sempre martedì, potrebbero poi arrivare novità anche sugli altri due grandi nodi irrisolti: il bando per le assegnazioni dei locali del portico e l'apertura dell'Ipogeo al pubblico.
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Il Mattino