In teoria doveva servire a snellire il traffico solitamente congestionato in tutta la zona collinare della città, rappresentando un importantissimo collegamento veloce tra...
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L'orribile moncone di ponte è ovviamente inaccessibile sia dal lato di via Jannelli che da via San Giacomo dei Capri. Nel corso degli anni, a causa dell'abbandono dei lavori, la parte finale del ponte - quella che affaccia su via San Giacomo dei Capri - si è trasformata in una mini giungla che nasconde alla vista le vergogne di un ponte sul quale la politica avrebbe ragione di far luce. Al lato opposto, invece, l'area che dovrebbe accogliere la rampa d'ingresso del ponte è stata trasformata in box auto privati e garage per i giganteschi condomini della zona. Il cancello dal quale gli operai entravano ogni giorno è inesorabilmente sbarrato e la zona è stata lentamente ricoperta di rifiuti.
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Nel corso dei decenni sono stati tanti i progetti di recupero che si sono susseguiti. Messa ormai fuori gioco l'utilità del ponte per disciplinare il traffico nella zona ospedaliera, l'unica opzione alternativa all'abbattimento - comunque opzione mai effettivamente discussa - sarebbe quella della trasformazione in un parco urbano sopraelevato. Una nota di colore e di verde in un quartiere che è stato letteralmente affogato nel grigio del cemento. Anche questo progetto, però, sembra essere di complicata realizzazione, specie in un'epoca storica che vede le casse del Comune di Napoli quasi perennemente a secco.
Per trasformare il ponte in un parco, infatti, bisognerebbe anzitutto completare l'ingresso su via Jannelli o su via San Giacomo dei Capri e poi procedere a importanti lavori di messa in sicurezza. Lavori che si rendono in ogni caso necessari a causa del continuo distacco - denunciati più volte dai residenti - di grossi pezzi di cemento armato dalle altissime volte della sopraelevata della vergogna.
«Come residenti - spiega Marianna Mastropiero, residente del quartiere - abbiamo più volte scritto a vari assessorati del Comune di Napoli, sperando in una risposta che, quantomeno, faccia luce su questo scandalo. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta se non vaghe promesse di interessamento da parte di qualche assessore o di qualche consigliere comunale. Al di la del discorso legato alla sicurezza di questo ponte - prosegue la cittadina - crediamo che sia importante decidere cosa fare. Realizzare un parco sopraelevato potrebbe essere una buona soluzione per migliorare la vivibilità in questo quartiere».
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Il Mattino