Carenze di medici, penuria di specialisti nei reparti di pronto soccorso: dopo il black-out registrato nei giorni scorsi al San Giovanni Bosco e la riunione convocata in Regione...
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L'emergenza da affrontare è del resto di respiro nazionale. A macchia di leopardo riguarda tutte le Regioni. Le cause sono ormai note, dall'errata programmazione alle insufficienti borse di specializzazione, dalla penuria di alcune banche più gravose e con maggiori responsabilità fino alla scarsa attrattività di alcune discipline come appunto quella di emergenza che sconta una vera e propria fuga verso le retrovie più tranquille. In molti ospedali della Campania, come il Cardarelli, il San Paolo, il San Giovanni Bosco, il Pellegrini, i presidi di Castellammare, Boscotrecase, Sorrento, al Ruggi di Salerno o al Moscati di Avellino, la spia rossa è accesa da mesi ma ora in alcuni ospedali è diventata una vera e propria emergenza. Una bomba a orologeria che con l'inizio del periodo delle ferie rischia di assumere contorni esplosivi.
Al Cardarelli di notte già a maggio si è lavorato con una unità in meno in corsia. Il team del pronto soccorso in assetto completo prevede l'impiego di 5 unità e altre 2 in Obi (Osservazione breve dove ci sono mediamente circa 70 pazienti). Da mesi sono invece ridotti a 6 (4 in pronto soccorso e 2 in Obi). Da inizio giugno la dotazione è stata ridotta ancora, sono 5 unità in tutto (3 più 2) per 22 notti per cui si attende una disposizione della direzione sanitaria per integrare almeno un medico che manca dalle 20 alle 8 del mattino. Dai fogli dei turni finora è stata adottata solo una indicazione generica senza nominativo del medico da integrare. Il rischio è di non assicurare i Livelli di assistenza e di rendere i medici facile bersaglio delle intemperanze dei pazienti costretti a lunghe attese. I sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno già più volte informato la Prefettura per i risvolti di ordine pubblico che si possono verificare. Sempre al Cardarelli anche nei turni di giorno le defezioni sono costanti e non si riesce quasi mai ad assicurare il presidio con 5 unità nel pronto soccorso e 3 in Obi. Ma nella provincia sud di Napoli la situazione è anche peggiore. Una difficile quadratura del cerchio che impegna in queste ore tutte le direzioni sanitarie costrette e consultare le disponibilità reparto per reparto su base volontaristica. L'intervento della Regione dovrebbe codificare questa routine con maggiori certezze. Il problema da affrontare è grave, la soluzione per tamponare chiara e semplice. In gioco c'è il diritto alla vita oltre che quello alla Salute. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino