«Napoli non è diventata il Paradiso, c’è molto da migliorare, altrimenti si cambia». L’ultima comunicazione ufficiale rivolta agli assessori...
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La questione politica c’è e dal Consiglio comunale quelle forze che hanno spinto fin da subito per entrare in squadra torneranno a farsi sentire. L’ex pm qualche cambio lo farà c’è da capire i tempi. Settembre forse è troppo vicino, il sindaco ne approfitterà per convocare gli stati generali degli arancioni per capire gli umori della sua squadra allargata, vale a dire la maggioranza, e poi in autunno prendere una decisione definitiva sui cambi da fare. Sul fronte degli assessori - invece - quasi tutti sono convinti che se si lavora bene il sindaco non cambierà, quindi per loro la scommessa è fare quello scatto in avanti chiesto da de Magistris per conservare la poltrona. Stanno davvero così le cose? La sensazione è che i cambi ci saranno.
La questione politica che investe de Magistris però ha anche un altro aspetto, oltre a quello del rimpasto e di allargare la presenza a nuove forze in giunta. Spira un venticello all’interno della maggioranza e della stessa giunta che porta dritto alla questione concretezza, vale a dire val bene proclamare la rivoluzione, fa parte della dialettica demagistrisiana e la locuzione va tarata a seconda del momento in cui l’ex pm si esprime. Per gli assessori e molti consiglieri comunali - nella sostanza - è giusto schierarsi sui grandi temi come quelli del referendum, però in tanti iniziano a far trapelare una voglia matta di tranquillizzare i napoletani sul fronte della concretezza: «La rivoluzione dei servizi che funzionano, per fare di Napoli una città normale» deve essere la cifra del secondo mandato, non altro la riflessione che viene fuori. Almeno a sentire gli spifferi della parte più sinistrosa degli arancioni. Ecco questo sarà un bel dibattito che si consumerà in giunta e quando ci saranno i cosiddetti «stati generali». Per il momento il venticello sembra non sfiorare l’associazione che fa capo al sindaco e a suo fratello Claudio De Magistris, «Dema», che lavora per la battaglia referendaria tanto che a metà settembre è prevista una quattro giorni a Napoli per il «No». E lavora per trasformare l’associazione in un vero e proprio soggetto politico.
Tornando al rimpasto, il sindaco confida di alleggerire le pressioni di chi reclama più visibilità e posti di governo attraverso la Città metropolitana di cui è il numero uno. Entro settembre dovrebbe indire anche le elezioni e a quel punto de Magistris spera che il bilanciamento politico si trovi distribuendo incarichi tra Palazzo San Giacomo e Santa Mara la Nova. E i tempi, se questa fosse la strategia, sp Leggi l'articolo completo su
Il Mattino