Pochi lo sanno, ma il cavallo a Napoli è sacro: è un po' il simbolo, più o meno ufficiale, della città. Una storia che nasce con l'antico...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Legata a Virgilio, c'è soprattutto la nota testa del cavallo nel palazzo di Diomede Carafa in via San Biagio dei Librai, copia dell'unica parte mai realizzata di un colossale monumento equestre commissionato a Donatello da re Alfonso il Magnanimo e destinato a stare nell'arco superiore della porta trionfale in marmo di Castel Nuovo. Cominciata nel 1456, l'opera fu interrotta per molte ragioni concomitanti, tra cui la morte del sovrano (1458), la prima Guerra dei Baroni (1458 - 65) e la morte dell'artista (1466). Nel 1471 Lorenzo il Magnifico, su richiesta di Ferrante I, spedì la testa da Firenze a Napoli, come dono a Diomede Carafa, protetto del re. Nel cortile del suo palazzo in via San Biagio de' Librai la testa fu ammirata fino al 1806, quando i Carafa la donarono a questo Museo come pezzo antico di gran fama.
Oggi, grazie al notevole impegno del direttore toscano del Museo Archeologico Nazionale, Paolo Giulierini, il bronzo di Donatello torna esposto nelle sale del Mann (più 30% di visitatori con la nuova gestione). Sabato 19 novembre alle 15.30, accompagnata da una sfilata storica in costumi aragonesi, la testa troverà il suo degno posto nel percorso museale. Un metro e 75 centimetri, ammirata da Goethe nel quattrocentesco palazzo nobiliare che per secoli si è chiamato 'il palazzo del cavallo di bronzo'. Fino a che la protome, venerata dal popolo per la leggenda che la legava al Virgilio Mago autore di statue di animali portafortuna, venne donata al Museo Archeologico dall'ultimo principe di Colubrano Carafa, nel 1809.
Considerata dapprima reperto archeologico dal Vasari (che la riconobbe poi di Donatello) e Winckelmann, al MANN, tra i tesori pompeiani e Farnesi, la testa Carafa è stata sempre poco visibile al pubblico.
Il Mattino