«Napoli, salari solo per due mesi. Poi Comune a rischio crac»

«Napoli, salari solo per due mesi. Poi Comune a rischio crac»
«Chiariamo subito un punto: per i prossimi due mesi l’amministrazione è in grado di pagare gli stipendi, poi la speranza è che il problema venga risolto...

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«Chiariamo subito un punto: per i prossimi due mesi l’amministrazione è in grado di pagare gli stipendi, poi la speranza è che il problema venga risolto altrimenti potremmo andare in difficoltà» racconta l’assessore al Bilancio Salvatore Palma. Getta secchiate di ghiaccio sul fuoco delle polemiche, cerca di tranquillizzare i dipendenti, tuttavia l’orizzonte di tranquillità al momento è molto corto, 60 giorni o poco più e il titolare della delega più strategica di Palazzo San Giacomo non lo nasconde. 


Tra 72 ore la Cassazione deciderà se concedere la sospensione del pignoramento di 120 milioni chiesto dal Consorzio Cr8 oppure lasciare le così come stanno. In questo caso i comunali sarebbero pagati, ma come? «Abbiamo la possibilità di avere anticipazioni di tesoreria, certo, hanno un costo, però gli stipendi li paghiamo. E giacché ci siamo - prosegue l’assessore - chiarisco un altro punto, il pignoramento vero e proprio non è ancora arrivato, per ora è il Tesoriere, ovvero il Banco di Napoli, che precauzionalmente tiene bloccate quelle somme». La differenza è sostanziale, tuttavia, venerdì 13 se la Cassazione non concedesse la sospensione il pignoramento scatterebbe. 

Palma allarga il ragionamento alla manovra di bilancio: «Con il Milleproroghe l’approvazione del bilancio deve essere fatta entro il 31 marzo, ma è chiaro che se entro febbraio non si chiarisce la questione del pignoramento, sarà molto difficile fare una manovra se si sottraggono somme pari a 120 milioni. Credo che ci saranno almeno un paio di appuntamenti a Roma, molto importanti, per trovare una soluzione che auspico si trovi». Questo il quadro di una situazione molto complessa che tiene sulle spine tutto il Comune. L’eventuale impossibilità di varare il bilancio o peggio ancora, essere costretto a farlo con il fardello di 120 milioni in meno rappresenterebbe la paralisi. A maggior ragione per un ente in predissesto quale è Palazzo San Giacomo. Significherebbe impattare in maniera negativa sui servizi essenziale e non solo. 
 

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