Napoli, il San Carlo in Egitto. La sfida del governo: «Aida tra le piramidi»

I vertici del teatro hanno aderito all'iniziativa, caccia agli sponsor e alla partnership con il paese ospite

Il Teatro San Carlo
L'Aida potrebbe tornare in Egitto, come oltre 150 anni fa. Ma stavolta sarebbe targata San Carlo. L'idea, ambiziosa e suggestiva, la lancia il ministro degli Esteri...

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L'Aida potrebbe tornare in Egitto, come oltre 150 anni fa. Ma stavolta sarebbe targata San Carlo. L'idea, ambiziosa e suggestiva, la lancia il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso della trasmissione televisiva "Dritto e Rovescio", su Rete 4: «Ho un grande sogno: voglio portare il teatro di San Carlo a suonare l'Aida sotto le piramidi» ha detto. Parlando poi della fattibilità dell'iniziativa, che coinvolge da protagonista il Massimo napoletano e che a quanto pare sembra più di un sogno, aggiunge: «Ci stiamo lavorando, è un bel progetto che il Teatro San Carlo di Napoli vuole realizzare, vediamo se ci riusciamo». Qualcosa a metà tra l'impegno e la valutazione di sostenibilità, tra il desiderio e la realtà.



Non è solo, Tajani, a sognare. L'idea riceve l'immediato plauso del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ieri si trovava a Napoli, come spesso accade da quando è titolare del dicastero: «Quella di Tajani è una meravigliosa idea che condivido». Per Sangiuliano è una nuova conferma dell'attenzione che sta riservando alle istituzioni della sua città natale, dalla biblioteca nazionale ai vari siti culturali del territorio, mentre i vertici del San Carlo per ora preferiscono non commentare: tuttavia sembra che Stephane Liessner, sovrintendente del lirico, possa essere d'accordo con l'iniziativa e che per adesso, a lanciarla, siano sufficienti le dichiarazioni dei due ministri.
Tajani è da poco reduce da un viaggio in Egitto, dove negli ultimi tempi è stato diverse volte e dove ha discusso un partenariato Italia-Egitto per rafforzare il sistema alimentare egiziano, intensificando la cooperazione bilaterale in campo agroalimentare. Con questa operazione culturale vorrebbe rinsaldare i rapporti con il governo del Paese africano: sembrano essere superate le tensioni dovute al caso Regeni e l'iniziativa sancirebbe una concordia solida. Non solo, la proposta avrebbe un richiamo storico indiscutibile, dato che la prima mondiale del capolavoro verdiano andò in scena proprio nella città egiziana, nel 1871, per festeggiare l'inaugurazione del canale di Suez realizzato due anni prima.


Era stato Isma'il Pascià, khedivé d'Egitto, a commissionare l'opera a Giuseppe Verdi, offrendogli un compenso di 80.000 franchi. Verdi però inizialmente declinò la proposta. Un po' allergico alle committenze, sostenne di non essere incline a scrivere musica d'occasione o di circostanza, e si disse anche non disposto ad affrontare un lungo viaggio per mare per recarsi in un paese così lontano. Ma il khedivé era determinato ad ottenere un'opera originale di un celebre maestro europeo e insistette col compositore italiano. Lo scetticismo iniziale del maestro di Le Roncole fu vinto escludendo la necessità di una presenza in persona in Egitto e dal raddoppio della paga. La prima rappresentazione di Aida, su libretto di Antonio Ghislanzoni e soggetto originale dell'archeologo francese Auguste Mariette, avvenne al Cairo il 24 dicembre 1871 e riscosse grandi consensi: l'esecuzione fu interrotta più volte dagli applausi e dall'entusiasmo del pubblico. Poi l'opera fu allestita anche in Italia, prima a Milano e poi a Parma. Nel 1873 arrivò anche al San Carlo, seguita da Verdi in persona.



Ma andiamo all'attualità: riuscirà il Massimo napoletano a imbastire la sua marcia trionfale sotto le piramidi, come ha detto il ministro? Perché ci sono problemi organizzativi di non poco conto. Produzioni come questa costano varie centinaia di migliaia di euro, dato che un'opera delle dimensioni dell'Aida presuppone scenografie grandiose e costumi preziosi, per non parlare dell'utilizzo di un cast foltissimo tra cantanti, coro, orchestra e figuranti (se si volesse essere filologici fino in fondo, anche gli elefanti dovrebbero salire sul palco, nel caso dell'opera verdiana). Inoltre l'ultima grande Aida prodotta dal San Carlo ha visto in scena la "divina" Anna Netrebko, e per un'eventuale data egiziana non si potrebbe immaginare un nome diverso per il ruolo principale. Una trasferta, poi, renderebbe l'operazione "faraonica", è il caso di dirlo. In casi del genere sono necessari i sostegni economici delle istituzioni e degli sponsor. E anche le coproduzioni: giocando con l'immaginazione si potrebbe chiedere la collaborazione di altri enti lirici europei e un partenariato con la Cairo Opera House. Sono diverse le soluzioni e tanti gli aspetti da tenere conto, intanto il sogno di vedere il San Carlo in primo piano, al centro del Mediterraneo, è lanciato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino